Portofranco è maggiorenne

Maurizio Crippa

Da 18 anni 400 prof e studenti fanno un lavoro impagabile (e gratuito) di aiuto allo studio per i ragazzi

“A casa studiavo ogni pomeriggio ma pedalavo a vuoto e quei 4 sembravano impossibili da recuperare. Non riuscivo a concentrarmi e anche in famiglia si era creata una situazione di disagio. Adesso ho finalmente trovato un metodo di studio e a scuola va decisamente meglio. I miei professori a scuola si sono accorti del mio cambiamento e questo mi ha reso felice perché hanno capito che i miei voti bassi non erano dovuti alla mancanza di studio. Io ci tengo alla scuola e ho voglia di impegnarmi”. E’ una delle tante testimonianze dei ragazzi che negli anni sono passati di qui.

   

Portofranco ieri ha compiuto 18 anni e hanno fatto una bella festa, come si conviene quando si diventa grandi, nella sede di Viale Papiniano, un palazzone rosso a due passi da Navigli. Portofranco lo conoscono in tanti, soprattutto gli studenti che ci hanno trovato un perché per la scuola, per lo studio, per non pedalare a vuoto e magari, tanti di loro, anche qualcosa in più. Ma dovrebbero conoscerlo meglio, gli adulti e le istituzioni. Portofranco, oggi, è un’associazione non profit, l’Associazione Portofranco Milano Onlus, accreditata con tutti i crismi. Ma il suo bello, il suo caso raro se non unico, è che è nata a Milano nel novembre 2000 dall’iniziativa volontaria, cioè anche gratuita, di alcuni professori. Che non stanchi di insegnare a scuola, anzi consapevoli che la scuola, per tanti ragazzi, è proprio una gabbia che rende impossibile imparare, si sono impegnati nell’aiuto allo studio per gli studenti delle scuole superiori con difficoltà e debiti scolastici. Ragazzi di tutti i tipi e di ogni estrazione, e pure nazionalità: ogni pomeriggio Portofranco è “un porto di mare”, libero per tutti.

  

Oggi ha circa 40 soci fra esponenti del mondo della scuola e famiglie milanesi ed è frequentato ogni anno da oltre 1.500 studenti italiani e stranieri (il 30 per cento circa, almeno dieci diverse nazionalità, per lo più immigrati di prima o seconda generazione) provenienti da 130 scuole di Milano. Cosa offre? Un aiuto quotidiano nello svolgimento dei compiti, nel recupero dei debiti formativi e delle conoscenze disciplinari. Insomma per quel target di studenti che di solito si avvia alla dispersione, portandosi appresso un carico di disillusione e sperdutezza che va molto al di là dei voti in pagella, finisce per riguardare tutta la vita. A mandare avanti un lavoro appassionante ma non esattamente facile c’è l’impegno volontario di oltre 400 fra professori, ex professori in pensione e studenti universitari (sorpresa: gli universitari sono l’80 per cento) che in modo gratuito e libero affiancano giornalmente gli studenti.

 

E’ “un luogo dove i ragazzi possono essere presi sul serio ed essere accolti innanzitutto come persone, che offre loro una compagnia che li aiuti ad essere se stessi e a vivere anche l’impegno scolastico come occasione di crescita umana”, ci tengono a spiegare qui a Portofranco, perché non si tratta solo di un servizio sociale. Non è nemmeno un doposcuola, non ha l’obiettivo di controllare la frequenza. Lo scopo è motivare lo studio, sostenendo una fatica che pare improba attraverso il coinvolgimento personale. Facendo due conti, sono anche circa 400 mila di risparmio per le famiglie, che se ne andrebbero in ripetizioni private.

    

Fare Portofranco da 18 anni ogni anno scolastico vuol dire quindicimila ore gratuite individuali di aiuto allo studio. Vuol dire che, da 2016, questa opera nata tutta per passione e badando al sodo – ai ragazzi, e non ai progetti a tavolino – ha un accordo con l’Ufficio scolastico di Milano e la “Rete di scuole per il contrasto alla dispersione scolastica e al disagio giovanile: successo formativo e orientamento”, composta da tredici istituti cittadini. Un protocollo d’intesa per la prevenzione della dispersione e del disagio giovanile che riconosce all’associazione di viale Papiniano un ruolo pubblico, in base all’esperienza e ai risultati ottenuti in 18 anni.

   

Lo scorso marzo, John Luke Paradero ha ricevuto da Mattarella l’onorificenza di Alfiere della Repubblica, riservata a ragazzi nati tra il 1999 e il 2007. John è di origine filippina, è arrivato a Portofranco in prima superiore, come avevano fatto già i suoi cugini, per farsi aiutare. Ora è diventato un volontario, aiuta i ragazzi come lui. Maggiorenni, auguri.

Di più su questi argomenti:
  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"