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Preghiera
L'odiosa tracotanza del Cubo Nero di Firenze
Architetti, costruttori, sovrintendenti, assessori e sindaci si rimbocchino le maniche e diano una mano a dare una verniciata color sabbia affinché il molesto edificio si mimetizzi
La cosa più odiosa del Cubo Nero di Firenze è che induce a odiare, e odiare non si dovrebbe mai. Ma l’iscrizione di Delfi recita “Odia la hybris” e il Cubo Nero è proprio tracotante, in quanto Cubo e in quanto Nero, e allora a dar retta ai Greci bisognerebbe odiare architetti, costruttori, sovrintendenti, assessori, sindaci, tutti i responsabili e gli irresponsabili di quest’offesa alla Cupola Arancione del Brunelleschi. Come ha detto Giuli a Siena, “Firenze poteva essere amministrata molto meglio sotto il profilo della tutela del paesaggio urbano”.
Fosse stata amministrata meglio mi sarei risparmiato dell’odio e però, cristianamente, me lo voglio risparmiare lo stesso. Non odiare mi riuscirà più facile in caso di ravvedimento operoso. Capisco che il Cubo sia difficile da modificare in tempi brevi (“La brutta architettura è un errore raggelato scritto a caratteri cubitali” ricorda Alain De Botton) ma per cambiare il Nero non ci vuole molto. Architetti, costruttori, sovrintendenti, assessori e sindaci (ex) dovrebbero rimboccarsi le maniche e dare una mano di vernice color sabbia, lo stesso colore dei palazzi del Lungarno, affinché il molesto edificio si mimetizzi, si nasconda. Altrimenti potrebbero nascondersi loro, per un po’.


Preghiera
Urge una canzone per amoreggiare
