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Leggere Marziale per scoprire l'amore libero nell'Antica Roma è una pessima idea

Camillo Langone

Secondo Alberto Angela il poeta racconterebbe la libertà sessuale, ma è una notizia falsa e tendenziosa: a leggere i suoi versi la libertà che emerge è quella dei ricchi di comprare schiavi ragazzini

I plauditores di Alberto Angela mi hanno intimato di leggere Marziale: il poeta proverebbe l’affermazione del loro idolo secondo il quale presso gli antichi romani vigeva l’amore libero. In particolare omosessuale. Una notizia falsa e tendenziosa, diffusa non ho capito se in chiave anticristiana o antivannacciana o antimeloniana (mistero) in un programma pagato dal contribuente. Angela iunior, se conosce la storia di Roma (a questo punto ho dei dubbi), avrà puntato sull’ignoranza del gregge dei telespettatori circa l’esistenza di una Roma monarchica, di una Roma repubblicana e di una Roma cristiana in cui l’omosessualità, specie passiva, oscillava tra l’inconcepibile e il severamente punibile. Senz’altro è esistita una Roma imperial-pagana in cui la sodomia allignava, ma con dettagli un po’ difficili da difendere. I plauditores di Angela mi hanno intimato di leggere Marziale e io l’ho letto, anzi riletto, ed ecco l’epigramma 58 del libro I: “Un mercante di schiavi mi chiese centomila sesterzi / per un fanciullo: io risi, ma Febo glieli diede subito. / Di ciò si dispiace il mio cazzo...”. Ecco dunque l’amore libero presso i romani precristiani: la libertà dei ricchi di comprare schiavi ragazzini, quasi bambini (Marziale scrive “puer”), e poi stuprarli.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).