La Madonna dagli occhi di vetro di Arnolfo di Cambio nel Museo dell'Opera del Duomo a Firenze (Wikipedia) 

preghiera

Medievale io? No, ma mi piacerebbe

Camillo Langone

Succede che per insultarmi mi definiscano così. Disgraziatamente non lo sono, amo troppo motori e frigoriferi e sono asservito al telefono. Ma lo considero un complimento, specie ora che leggo “Arte italiana. Mille anni di storia” di Antonio Paolucci

Succede che per insultarmi mi definiscano medievale. Disgraziatamente non lo sono, amo troppo motori e frigoriferi e sono asservito al telefono non meno dei miei contemporanei, ma continuino pure a chiamarmi così, io lo considero un complimento. Specie ora che Antonio Paolucci conferma anzi accresce il valore dell’aggettivo, nelle pagine di “Arte italiana. Mille anni di storia” (Giunti): “Il Trecento è stato il grande secolo degli italiani. Mai in seguito, neppure nell’epoca che i manuali chiamano del Rinascimento la vitalità intellettuale e la creatività artistica del nostro popolo hanno toccato livelli altrettanto alti”. Dalla solida storia dell’arte di Paolucci, che ha il coraggio della compiutezza e risulta più maneggevole e leggibile del previsto, si evince che tutto è avvenuto fra Nicola Pisano e Arnolfo di Cambio. Dunque ancor prima di Giotto si sono formati, in pochi decenni, “quei criteri di ordine, di proporzione, di decoro formale che rimarranno caratteri distintivi costanti nella storia artistica d’Italia”. Fino alla scultura odierna di Giuseppe Bergomi e Marco Cornini, fino alla pittura presente di Giuliano Guatta e Mauro Reggio, vorrei aggiungere, io che ho tanto bisogno di ordine, proporzione, forma, oltre che ovviamente di Dio, insomma di Medioevo, adesso.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).