Franco Volpi (foto LaPresse)

Dubbi sul fatto che Franco Volpi fosse “sicuramente uomo di sinistra”

Camillo Langone

Se così davvero fosse vorrebbe dire che il filosofo veneto non prendeva sul serio gli autori di cui si occupava, che considerava i loro testi non insegnamento ma sterile documento

Che non sia vero quanto disse Enrico Berti, e che Luigi Garofalo riporta oggi nel corposo saggio anteposto al breve “De iure” di Nicolás Gómez Dávila (La nave di Teseo). Secondo Berti, nonostante l’ammirazione per Jünger, Schmitt, Heidegger e appunto per Gómez Dávila, Franco Volpi era “sicuramente uomo di sinistra”. Questo significherebbe che il filosofo veneto, investito a morte a 56 anni mentre andava in bicicletta sui Colli Berici, non prendeva sul serio gli autori di cui si occupava, che considerava i loro testi non insegnamento ma sterile documento. Capisco qualche cautela per introdurre nel dominio del conformismo intellettuale, l’università, un autore capace di definire (proprio nel “De Iure”) la democrazia “sfruttamento di un popolo in nome della plebe oppressa”. Ma non voglio credere che Volpi fosse così esclusivamente, meschinamente professore. Che non sia vero quanto disse Enrico Berti e che sia riconosciuto il merito di Luigi Garofalo: proporre Gómez Dávila senza prenderne vilmente, accademicamente, le distanze.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).