Elogio del nudo "nudissimo" di Riccardo Mannelli

Camillo Langone

L'algoritmo prova a sfidare l'arte del pittore, talvolta superiore persino a Courbet

C’erano una volta Michelangelo e Daniele da Volterra detto Braghettone, oggi ci sono Riccardo Mannelli e l’algoritmo. Nel 1565 il Braghettone coprì con strategici panneggi i corpi nudi della Cappella Sistina, nel 2019 la censura elettronica, molto più occhiuta di quella ecclesiastica, minaccia di bloccare i profili social dove osassi occuparmi dell’ultima mostra del miglior disegnatore di nudi del nostro tempo, appunto Mannelli. Questo mi ricorda che la carta è un rifugio di libertà (visto che la carta è in pericolo, la libertà è in pericolo), e che in una testata giornalistica puoi ragionare con un direttore italiano, non devi scontrarti con una macchina californiana. Solo qui posso liberamente elogiare la mannelliana mostra, piena di donne nude, nudissime, senza braghette o pecette, come mamma le ha fatte, inaugurantesi oggi alle 18 e 30, a Roma in via Maia 12, in una galleria di nome Casa Vuota perché collocata in un vecchio appartamento poeticamente disabitato. L’amante dell’arte e del nudo d’arte vi accorra per scoprire un Mannelli superiore perfino a Courbet (l’autore della “Origine del mondo” era facilitato dal vello ottocentesco, quasi una braghetta naturale, mentre l’artista contemporaneo deve saper affrontare la depilazione contemporanea).

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).