Più dei soldi servono i bambini

Camillo Langone

Coi soldi vinti alla lotteria ricostruirei i campanili e gli affreschi del nostro paese. Ma potrebbe non bastare a salvare l'Italia

Dovevo vincerli io, i 559 milioni di dollari vinti alla lotteria dalla signora americana che giustamente vuole rimanere anonima per non essere perseguitata da amici e parenti. Mi piovessero dal cielo 559 milioni, terrei per me solo 3 milioni e dovrebbero bastare siccome non mi drogo, non gioco d’azzardo, odio le seconde case, non mi interessano gli aerei né le barche, e il Lambrusco di Parma che costa di più costa 12 euri. Rimarrebbero 556 milioni che verserei a una fondazione, al sicuro da pensieri rapaci. Sarebbe una fondazione operativa avente come oggetto l’architettura e l’arte sacra: restauri di chiese antiche, abbattimento di chiese moderne, costruzione di nuove chiese in stile cattolico ossia non protestante, commissione di opere d’arte cattoliche ossia figurative… Siccome “lex pingendi, lex credendi”, si potrebbe perfino verificare un risveglio della fede. Allora perché non li vinco io quei milioni? Chi meglio di me saprebbe trasformare lo sterco del diavolo in affreschi e campanili? Forse Dio ritiene l’Italia, che non vuole più fare figli, immeritevole di affreschi e campanili: in effetti, perché affannarsi a restaurare e costruire chiese se poi saranno trasformate in moschee? Più dei soldi servono i bambini, e quelli non si vincono alla lotteria.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).