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Le dichiarazioni
Le surreali parole di Bonelli sull'attacco alla Stampa
Il co-leader dell'Alleanza verdi sinistra paragona l’assalto al giornale a quello fascista alla Cgil, ma a Torino Avs è lo sponsor del centro sociale Askatasuna, e lavora per regolarizzarlo come “bene comune” nonostante le devastazioni e le condanne
L’assalto dei pro Pal alla sede della Stampa ha prodotto molte reazioni di solidarietà, alcune scomposte, ma una sola surreale. E’ quella di Alleanza Verdi e Sinistra (Avs) che ha espresso una dossociazione, in senso psicologico più che politico. Il co-leader Angelo Bonelli ha fatto una dichiarazione ineccepibile di “piena solidarietà alle giornaliste e ai giornalisti della Stampa dopo il gravissimo attacco”. Ma ecco il punto surreale: “Non c’è alcuna differenza – ha detto Bonelli – tra l’assalto alla sede della Cgil del 9 ottobre 2021, ad opera di esponenti neofascisti e quello di ieri alla redazione de La Stampa: entrambi hanno attaccato con la violenza principi fondamentali della nostra democrazia”. Il centro sociale Askatasuna come Forza nuova, quindi.
A ben guardare, però, le differenze ci sono eccome. La prima è l’atteggiamento della magistratura. Al momento, alle decine di persone identificate nella vandalizzazione del quotidiano torinese la procura contesta i reati di danneggiamento, imbrattamento, invasione di edifici e violenza privata. Nel caso, invece, dell’assalto alla sede della Cgil dopo una manifestazione No vax, gli squadristi neofascisti sono a processo per devastazione aggravata, un reato che ha una pena molto più elevata (da otto a quindici anni) perché tutela non semplicemente un patrimonio individuale (la sede della Stampa o della Cgil) ma l’ordine pubblico in generale, inteso come il bene collettivo di una società democratica. In questo senso, l’invito implicito di Bonelli è alla procura di Torino a essere più severa nei confronti degli antagonisti pro Pal perché l’assalto alla sede di un giornale è un danno all’ordine pubblico e alla vita civile pari all’assalto della sede di un sindacato. Ma questo non dipende direttamente dal leader di Avs.
La seconda differenza, questa sì che tocca direttamente Bonelli, è che – a differenza dell’assalto neofascista alla Cgil – in questo caso il suo partito è tra quelli in Parlamento il principale sponsor politico degli aggressori. Non è un mistero, tranne che per Bonelli forse, che a Torino Avs stia sempre dalla parte del centro sociale Askatasuna, di cui sono esponenti vari protagonisti dell’assalto alla Stampa. Se il leader dei Verdi non ne ha contezza può chiedere al suo vice capogruppo alla Camera, Marco Grimaldi, che è un po’ il punto di riferimento politico degli antagonisti a Torino. Sempre in prima linea a difenderli. “Troviamo tutto questo grave, perché si accompagna a una crescente criminalizzazione del dissenso che si manifesta in misure sempre più repressive e sproporzionate messe in campo a tutti i livelli verso chi esercita forme di conflitto o azioni di disobbedienza nei confronti dello status quo”, dissero Grimaldi e altri esponenti della sinistra ecologista dopo una perquisizione della Digos al centro sociale Askatasuna.
La vicinanza di Avs e Grimaldi al centro sociale non è mai mancata, neppure dopo l’assalto nel 2022 all’Unione Industriali di Torino (molto simile a quella avvenuta pochi giorni fa alla Stampa). Grimaldi è stato anche testimone della difesa insieme al vignettista Zerocalcare nel processo in cui, per gli scontri di piazza avvenuti più volte a Torino e gli attacchi ai cantieri della Tav, agli attivisti di Askatasuna veniva contestata l’associazione a delinquere. Grimaldi, che ora lamenta l’assenza delle forze dell’ordine che ha consentito l’assalto alla sede della Stampa, diceva che nelle manifestazioni a Torino “è il cordone delle forze dell’ordine che genera tensione” quando basterebbe un po’ di dialogo con gli antagonisti.
“Come abbiamo sempre detto, Askatasuna non è un covo criminale e continuerà a esistere, anche come bene comune”, ha commentato Grimaldi dopo che la sentenza di primo grado ha fatto cadere l’accusa di associazione a delinquere, sebbene dieci attivisti siano stati condannati dai 4 anni e 9 mesi ai 5 mesi di reclusione per altri reati.
Se dopo l’assalto alla sede della Cgil la sinistra, che poi ha dato vita ad Avs, ha votato in Parlamento una mozione che chiedeva lo scioglimento di Forza Nuova, a Torino fa l’opposto: la sinistra è impegnata a regolarizzare la posizione illegale di Askatasuna definendo il centro sociale “bene comune”. E la posizione non è cambiata di una virgola dopo l’assalto alla Stampa. Grimaldi ha solo invitato “i giovanissimi” che hanno effettuato il raid a “chiedere scusa”, dicendo di voler tenere aperto il dialogo politico con loro “perché le persone possono sbagliare” e confermando il progetto “bene comune” per Askatasuna: “E’ una voce che deve rimanere libera”. Libera di devastare. Il leader di Avs Bonelli, che ha definito Askatasuna come Forza nuova, a questo punto dovrebbe dissociarsi. Ma è difficile capire da chi: da Askatasuna, dal suo vicecapogruppo Grimaldi o da se stesso?
il colloquio