Ansa
cittadinanza onoraria
Napoli, Bologna, Torino e le altre: i passi indietro dei comuni sulla cittadinanza onoraria a Francesca Albanese
Le amministrazioni comunali in questi mesi hanno fatto a gara per conferire l’onorificenza alla relatrice speciale dell'Onu. Oggi, dopo le ultime dichiarazioni sulla sede della Stampa assaltata dai ProPal, la sfida è prenderne le distanze
Avevano scommesso tutto su di lei e ora si fa a gara per dissorciarsi. Dopo l’irruzione violenta dei pro Pal nella sede della Stampa di Torino, le parole di Francesca Albanese sono tornate al centro delle polemiche e stavolta (quasi) tutte le forze politiche ne hanno preso le distanze. “Condanno la violenza, ma che sia di monito perché (la stampa, ndr) torni a fare il proprio lavoro”, ha detto la relatrice speciale Onu. "Dovete tornare a fare informazione per i cittadini e non per gli interessi economici che sono dietro a chi ha acquistato le vostre testate", ha detto a margine del convegno 'Rebuild Justice-Ricostruire la giustizia' all'Università di Roma Tre. "È ovvio che condanno la violenza, ma condanno anche voi giornalisti che ignorate, oggi sfogliavo le pagine dei giornali e non si parlava di quello che è successo a Genova, con migliaia di persone in piazza". Parole che hanno sollevano critiche trasversali, dalla premier Giorgia Meloni al capo delegazione Pd all'Europarlamento, Nicola Zingaretti, fino al presidente dell'Ordine dei Giornalisti, Carlo Bartoli.
Dai report su Gaza che l'hanno resa famosa fino alle ultime dichiarazioni, passando per il rimprovero al sindaco di Reggio Emilia, qualcosa è cambiato anche nei rapporti di Albanese con le amministrazioni comunali sparse per il paese. Se prima facevano a gara per conferirle la cittadinanza onoraria, oggi molti comuni esprimono apertamente il rimorso per avere approvato quelle mozioni, mentre altre avevano già messo in pausa le loro decisioni fin dall'inizio.
Come avevamo raccontato sul Foglio, un caso particolare si era registrato nel consiglio comunale di Torino, guidato dal centrosinistra. Il 15 settembre la proposta da parte di una consigliera del M5s di conferire alla relatrice Onu la cittadinanza onoraria, aveva visto l’iniziale adesione del Pd e di Sinistra ecologista. Il 31 ottobre, una volta che la mozione è arrivata alla conferenza dei capigruppo per calendarizzarne la votazione, la proposta si è arenata. A sfilarsi è stato proprio il Pd, forte dell’appoggio della sinistra – tranne che del M5s. L’incertezza sul contenuto e sui voti necessari (e mancanti) per far passare la mozione ha fatto desistere il sindaco dem Stefano Lo Russo dal portarla in Aula. Lo stesso Lo Russo ieri ha stigamatizzato le parole di Albanese: “Grave che di fronte a un atto violento del genere qualcuno arrivi a suggerire che la responsabilità sia anche solo in parte della stampa”.
Pure Bologna volta le spalle a Francesca Albanese. Proprio da lì, dove la relatrice speciale era più apprezzata, arrivano le accuse più pesanti. Dal sindaco Matteo Lepore, che prende le distanze ("Nessuna causa giusta – ha detto – può giustificare la violenza contro il giornalismo e contro nessuno"), al deputato Pd Andrea De Maria che giudica le parole della relatrice Onu “incompatibili con la storia di Bologna, medaglia d’oro della Resistenza”. Dello stesso avviso il segretario del Pd bolognese, Enrico Di Stasi. E poi ci sono i consiglieri dem, che oggi si scusano aver votato in passato la mozione per conferire ad Albanese la cittadinanza onoraria: Filippo Diaco ha ammesso sui social di aver sbagliato a sostenere la concessione della cittadinanza, mentre Cristina Ceretti, già dubbiosa al momento del voto, afferma che oggi non confermerebbe quella scelta. A rafforzare questa linea anche l’eurodeputata Elisabetta Gualmini, che ha ricordato di essere stata fin da subito contraria all’onorificenza.
A Firenze, invece, si attendono sviluppi. La discussione sulla proposta di cittadinanza onoraria alla Relatrice speciale Onu, portata avanti dal consigliere di sinistra Dmitrij Palagi, era stata convocata in un primo momento mercoledì 8 ottobre, pochi giorni prima delle elezioni regionali del 12 e 13 ottobre. Ma la commissione era stata annullata la mattina stessa per problemi personali della presidente. Secondo la destra, la maggioranza si sarebbe spaccata sul voto a pochi giorni dal voto e per questo hanno preferito congelare la proposta. In ogni caso, l’ultima parola si avrà il 3 dicembre, quando la seduta della commissione “Pace e diritti umani” si riunirà per decidere le sorti della mozione.
A Napoli, la questione si è fatta personale. Il Consiglio comunale aveva votato ad agosto la mozione per conferirle l’onorificenza, ma questa non è ancora diventata effettiva. A mancare è la delibera di Giunta, atto necessario per formalizzare il conferimento. Lo stesso Gaetano Manfredi, sindaco della città, intervenendo alla Festa dell'ottimismo, organizzata dal Foglio a Firenze l'11 ottobre scorso, aveva parlato di questa faccenda, dicendo che al momento “la proposta è ferma”. Ma a mettere nel cassetto la mozione sono state – proprio in quei giorni di inizio ottobre – le dichiarazioni infelici di Albanese, volte ad alimentare i classici e falsi stereotipi sul sud Italia: “Milano non è Napoli, lì si svegliano alle sei”, ritrovandosi al centro di una bufera dove la sinistra cercava goffamente di difendere la relatrice mentre la destra chiedeva di ritirare la mozione per conferirle la cittadinanza onoraria. Il risultato? Tutto bloccato.
Non sono mancati attriti e incomprensioni anche in comuni minori, come a Cuneo, dove la mozione è saltata per una questione di metodo: secondo la quasi totalità dei gruppi in consiglio, le proposte di conferimento della cittadinanza devono passare per la conferenza capigruppo. Mentre il relatore della richiesta, Claudio Bongiovanni, membro di una lista civica che orbita intorno alla sinistra (Cuneo Mia), voleva votarla direttamente in Aula. Niente da fare, anche qui tutto fermo.