(foto di Palazzo Chigi)
il bilaterale
Meloni incontra von der Leyen e Zelensky a Bruxelles: "Focus sull'uso dei fondi Safe per la difesa"
La premier ha visto la presidente della Commissione europea prima del vertice europeo. Ieri la stoccata contro le politiche climatiche Ue, definite "ideologiche e irragionevoli". Poi l'incontro con il presidente ucraino: "Abbiamo parlato di come proteggere il nostro settore energetico"
Prima un colloquio con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Poi un bilaterale con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Questa la giornata della premier Meloni a Bruxelles, a margine del Consiglio europeo di oggi e domani. "Abbiamo parlato di come proteggere il nostro settore energetico dagli attacchi russi e renderlo più resiliente. L'Italia possiede l'esperienza e le attrezzature necessarie", ha spiegato Zelensky. "Separatamente, ci siamo concentrati sui progetti di difesa congiunti nell'ambito dello strumento Safe. E' importante che tali iniziative siano vantaggiose per tutta l'Europa. Abbiamo anche affrontato la questione cruciale dell'utilizzo dei beni russi congelati. E' giusto che questi fondi siano destinati a sostenere e difendere il nostro Paese"
In mattinata, invece, come detto, Meloni aveva visto Ursula von der Leyen. Al centro del colloquio, recita la nota, le priorità italiane in vista del vertice di oggi, a partire da alcuni capisaldi: competitività, transizione climatica e semplificazione. Meloni ha ribadito a von der Leyen la necessità di urgenti provvedimenti a sostegno del settore automobilistico e delle industrie ad alto consumo energetico, in particolare sul fronte della riduzione dei prezzi dell’elettricità. E del resto, è da tempo che la premier chiede all'Europa una svolta pragmatica sui temi energetici e ambientali. A partire dalla revisione del green deal, che ancora ieri, nel suo intervento in Parlamento, Meloni ha profondamente criticato. "L'Italia sostiene un ambizioso percorso di riduzione delle emissioni", ha detto la premier, ma "il modo migliore per non raggiungere questo obiettivo è continuare a rincorrere un approccio ideologico, e pertanto irragionevole, che impone obiettivi insostenibili e irraggiungibili, che producono danni al nostro tessuto economico-industriale, indeboliscono le nazioni europee e rischiano di compromettere definitivamente la credibilità stessa dell'Unione europea. L'Italia non potrà sostenere la proposta della Commissione di revisione della Legge Clima europea così come formulata ad ora, a maggior ragione se non sarà accompagnata da un vero e sostanziale cambiamento di approccio".
A margine del Consiglio europeo, insomma, Meloni ha voluto riaffermare questi principi direttamente alla presidente della Commissione. Sapendo che le critiche espresse al green deal sono trasversali, come dimostrano le parole del presidente dell'Emilia-Romagna Michele De Pascale al Foglio: "Più che ideologico l’approccio finora si è dimostrato fallimentare. La sfida climatica va affrontata in maniera determinata ma laica, concreta e misurabile. Non è accettabile continuare a polarizzare le posizioni, banalizzando problemi complessi e ignorando le conseguenze sociali, economiche e persino climatiche delle scelte che si fanno".
Meloni e von der Leyen invece non hanno trattato, nel loro incontro, la revisione del sistema di veti a livello europeo. La premier ieri, in Parlamento, ha espresso la sua contrarietà rispetto alla modifica dell'attuale sistema basato sull'unanimità a livello europeo. Una posizione opposta rispetto a quella di Antonio Tajani: "Sulla questione del diritto di voto e dell'unanimità nei Consigli Ue non ne abbiamo mai parlato in maggioranza, ne parleremo. Meloni ha detto la sua opinione, io penso invece che si debba fare qualche passo in avanti". Noi siamo una forza europeista, crediamo nel progetto di De Gasperi e Berlusconi", ha sottolineato il ministro degli Esteri e vicepremier in mattinata.