
(foto LaPresse)
l'intervento
Conte “assolve” Ricci ma lo commissaria. Bordate su Sala e su Giani
"Non ci sono elementi per chiedere il passo indietro", dice il leader M5s. Che però chiede protocolli per gli affidamenti in regione. Sul sindaco di Milano: "Si dimetta". E in Toscana l'ingresso in giunta sarebbe "un sacrificio notevole"
Un po’ lo assolve un po’ lo commissaria. Dal Pd già esultano di giubilo: “Bene, andiamo a vincere”, per dirla con Elly Schlein. E quindi Giuseppe Conte alla fine ha concesso il suo a lungo agognato nulla osta a Matteo Ricci: “Non ci sono condizioni per chiedergli un passo indietro”. Al candidato del campo largo nelle Marche ha dato un sostegno “allo stato attuale delle cose”. Ma nel classico gioco del colpo al cerchio e alla botte, ha già delimitato un perimetro di “legalità” e “trasparenza” a cui l’ex sindaco di Pesaro dovrà uniformarsi: “Chiederemo a Ricci, anche negli affidamenti diretti, una pubblicazione preventiva” degli appalti “sul sito della regione, per garantire la massima trasparenza e un codice etico che possa prevenire conflitti di interessi”. Su questo già ricevendo la sponda dello stesso europarlamentare del Pd: “Ho molto apprezzato le parole di Conte sulle Marche e concordo con lui nel rafforzare in regione i presidi di legalità, di trasparenza e di controllo su affidamenti diretti, nomine e consulenze. Ringrazio il Movimento 5 Stelle, ora riprendiamo la campagna elettorale e cambiamo le Marche insieme”.
Conte ha maturato la decisione, tenuta in naftalina per giorni, studiando le carte e dopo essersi convinto che il mancato sostegno a Ricci per un avviso di garanzia avrebbe costituito “un precedente pericoloso”. Un abbassamento dei toni dovuto anche alle contemporanee critiche espresse da Vincenzo De Luca a Roberto Fico che rischiavano di far saltare la candidatura dell’ex presidente della Camera in Campania? “Ma i nostri toni su Ricci non si sono ammorbiditi, sono stati sempre questi”, ha replicato Conte a una domanda del Foglio. Aggiungendo pure che “se ci fosse un collegamento minimo fra Ricci e la candidatura che stiamo valutando in Campania, significherebbe che il Movimento 5 Stelle fa mercimonio dei principi di legalità ed etica pubblica e significherebbe che sono un buffone insieme a tutta la dirigenza del movimento”.
Eppure non sono mancate le stoccate al Pd. La prima: “Io chiedo le dimissioni di Sala perché si è trovato al centro di un far West edilizio a Milano”. Tanto che il Pd milanese con una nota ieri ha voluto ribadire “il pieno sostegno al sindaco”. La seconda: “Un’alleanza organica con Pd e Avs non è possibile. Nova ha deciso che il M5S sarà una forza progressista indipendente. Ma nessuno metta in dubbio il nostro impegno a costruire l’alternativa di governo”. Solito alternarsi, quindi, di carezze e staffilate. Altro esempio? L’ingresso in maggioranza con Giani in Toscana “sarebbe un sacrificio notevole”. Prima di sgombrare il campo da possibili accordi con la destra sulla nuova riforma della Rai. “Non ho letto la proposta della maggioranza ma, se capisco bene, è irricevibile, perché prefigura la nomina dei consiglieri a maggioranza semplice, un colpo di mano sulla governance Rai”. E’ il Conte (quasi) garantista. Almeno per ora.
