
(foto Ansa)
il caso
Così su Israele +Europa dimentica la storia radicale. Parlano Turco e Taradash
Il partito guidato da Riccardo Magi sui social difende Francesca Albanese. Ma la posizione di Pannella su Israele e il conflitto in medio oriente era molto diverse. Le opinioni di due personalità storiche del Partito Radicale
“Sotto attacco. Non è solo Francesca Albanese ma quello che rappresenta. Trump e Netanyahu vogliono distruggere la giustizia internazionale”. Con questo post nel fine settimana i profili social di + Europa hanno preso le difese di Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati, finita nel mirino dei governi di Stati Uniti e Israele che hanno annunciato nei suoi confronti non meglio definite “sanzioni” per aver firmato un rapporto che accusa una serie di aziende che finanzierebbero la guerra a Gaza. Tanto è bastato, in ambienti del partito guidato da Riccardo Magi, per notare la distonia rispetto a una tradizione a cui i centristi vorrebbero ambire, quella Radicale, che su Israele si rifaceva alle ben note posizioni espresse da Marco Pannella. Siamo, insomma, in presenza di un tradimento di quell’eredità? Marco Taradash, giornalista, ex parlamentare eletto tra le file del Partito Radicale e tra i fondatori di + Europa, premette che “innanzitutto è sempre un esercizio difficile stabilire chi se la possa attribuire, quell’eredità. Di certo, per quanto riguarda + Europa, sin dal 7 ottobre in poi abbiamo assistito a una condanna, da parte del segretario Magi, della guerra portata avanti da Israele a Gaza, senza che ci venisse spiegato quale fosse l’alternativa a quella offensiva militare. Perché se non intraprendi un conflitto cosa fai, a chi ti affidi? Non ottenemmo alcuna risposta”.
I passaggi di questo distanziamento, però, sarebbero persino ulteriori. “E ben più gravi”, prosegue ancora Taradash. “Perché nell’anniversario del 7 ottobre Magi si rifiutò di andare in sinagoga a Roma, in protesta con la prosecuzione della guerra. Ora, io capisco essere in disaccordo con le operazioni portate avanti dal governo Netanyahu, ma cosa c’entrano gli ebrei romani che si raccolgono in un momento di preghiera e di commemorazione?”. Il sostegno espresso nei confronti di Albanese, quindi, arriva dopo altre prese di posizione che hanno fatto sembrare + Europa sempre più organica al pensiero, sulla questione israelo-palestinese, del campo largo. In cui c’è chi oramai, soprattutto nelle file di Avs, pensa che quello in corso a Gaza sia a tutti gli effetti un vero e proprio genocidio. “Che si spende a difesa della giustizia internazionale difendendo una figura come Albanese, che è un vero e proprio testimonial palestinese in tutte le salse, anche quando si parla di Hamas, lo trovo veramente paradossale”, aggiunge Taradash. “Anche perché lo ricordiamo tutti quel che diceva Pannella sull’Onu. A maggior ragione adesso che si scopre che Albanese è stata riconfermata da un comitato delle Nazioni Unite che ha all’interno paesi che sposano la causa palestinese”.
Chiedendo un’opinione a riguardo a Maurizio Turco, segretario del Partito Radicale, si ottiene una disamina piuttosto lapidaria: “La posizione di +Europa a difesa di Albanese non mi stupisce, ed è coerente con gli obiettivi per cui è nato e con cosa è diventato quel contenitore politico: una stampella dell’attuale Partito democratico. Ciò detto, è chiaro che come Radicali non condividiamo e non potremmo mai condividere quella posizione”, ragiona parlando col Foglio. “A me sembra che quel post su Facebook non abbia una firma, sia dettato più da questioni politiche contingenti”. Per l’appunto, forse, la necessità di avvicinarsi al nuovo corso schleiniano disperdendo un’eredità, quella liberale e radicale che, spiega ancora Taradash, non può avere nulla a che vedere con la difesa di una figura come Albanese. Ma allora quella è una storia che nelle aule parlamentari è destinata a svanire e non avere più rappresentanza? “Credo che il recupero dell’esperienza radicale sia stato più un racconto fatto dai media, anche perché in +Europa solo una minoranza è stato iscritto ai radicali”, spiega allora Turco. Di certo c’è che Pannella non sembra essere affatto un modello cui guardare. “Quando parlava di Israele in Europa era per fare quel passo in più. Adesso anche solo per tornare a dove eravamo prima ne dovremmo fare molto di più di passi. Abbiamo una guerra commerciale all’interno dei nostri confini. La storia si sta ripetendo”, conclude allora il segretario Turco. “Ma è come se ci fossimo completamente dimenticati delle lezioni del passato”.