
Giuseppe Conte (Ansa)
Tra piazze e appelli
Conte lancia il vertice anti Nato all'Aia: un'altra spina per il Pd
Il leader del M5s punta dritto sul no al riarmo e in occasione del summit dell'Alleanza Atlantica organizza un'iniziativa in Olanda, chiamando a raccolta i progressisti europei. Si sfila Avs. Picierno: "Populismo d'accatto". I dem freddi anche sulla manifestazione di domani a Roma
Roma. Piazze, appelli e prove di leadership (europea). Giuseppe Conte fa l’antimilitarista, punta tutto, ancora, sulla pace. E manda in cortocircuito pure la sinistra del Pd. L’ultima mossa è il contro vertice Nato per dire no al riarmo e a un’Europa inconsistente, bellicista. I suoi disertano l’incontro con il ministro della Difesa Guido Crosetto e lui, l’ex premier, rilancia la linea pacifista.
Di prima mattina Conte manda una lettera a giornali unificati, al Corriere e al Fatto: “Siamo di fronte a un bivio storico, a un’urgenza che impone di scegliere da che parte stare”, scrive il leader M5s. Si rivolge a tutti i progressisti europei. Li chiama a raccolta. L’appuntamento è a L’Aia, il 24 giugno, in una sala del Parlamento olandese messa a disposizione dagli “amici” del partito Sp. Dista circa 3 chilometri dal World Forum, dove capi di stato e di governo della Nato si ritroveranno nelle stesse ore con il segretario generale Mark Rutte: verranno formalizzate le nuove richieste per la spesa militare, si parla del 5 per cento. “Ora l’urgenza è massima, il punto è di non ritorno”, si legge nella lettera che promette “azioni politiche concrete”. Poco dopo, sono le 12, riecco il presidente M5s. Convoca un punto stampa per ribadire la posizione anche alle tv. Si fa attendere quasi mezz’ora. “Scusate se vi ho fatto aspettare con questo caldo”. Quindi ecco la dichiarazione lampo, meno di un minuto, in cui rilancia il senso della sua mossa. “Dire no alla folle corsa al riarmo”: fino a 500 miliardi, è la stima pentastellata, che potrebbero essere utilizzati per scuola, lavoro, ricerca. “I nostri figli ci chiederanno il conto di queste scelte scellerate. Dovremo far di tutto per fermarle”.
Ai giornalisti presenti, Conte non concede domande. Salvo poi, pochi passi in più là, essere fermato da un passante, un precario, che lamenta il caro bollette. L’ex premier coglie la palla al balzo, lo ascolta, e rimette i panni dell’avvocato del popolo, concedendosi alle telecamere che l’hanno seguito: improvvisa un mini comizio contro il governo Meloni. Necessità e virtù dell’ex premier, che intanto incassa il sostegno dell’ex presidente del Parlamento greco Zoe Konstantopoulou per la mobilitazione anti Nato. Nel M5s sono convinti che la lista sarà lunga, ricordando un’altra protesta simile, quella di marzo a Strasburgo, contro il piano Re Arm. E mentre Pina Picierno parla di “populismo d’accatto”, si sono smarcati gli alleati di Avs: apprezzano ogni mobilitazione di questo tipo, e tuttavia nei giorni del summit Nato organizzeranno iniziative simili in Italia. Ma niente polemiche: “Già sabato manifesteremo insieme”.
Prima del vertice dell’Alleanza c’è infatti la piazza romana, promossa da centinaia di sigle, associazioni e sindacati. Quella in cui M5s e Avs ci saranno convintamente ma che crea patemi, sempre gli stessi, al Nazareno. Il timore è che la protesta – tra Nato, Ue e Israele – assuma toni fin troppo radicali. D’altra parte non è la stessa piattaforma del 6 giugno quando i partiti di opposizione si sono ritrovati a San Giovanni, gestendo l’organizzazione. Tra i grillini, più di uno, considerava quella piazza anche troppo morbida. Sabato saranno più a loro agio, raccontano. Mentre nel Pd riemergono contraddizioni e dubbi: mandare una delegazione? E chi ci va? Elly Schelin no di certo, attesa in Olanda per un evento di verdi e socialisti europei. Anche Provenzano, Orlando e Boldrini hanno altri impegni. Dai riformisti sono partiti i mugugni, siamo alle solite, o quasi. Qualche avvisaglia è arrivata anche dalla delegazione dem a Bruxelles in settimana. Potrebbe forse esserci il capogruppo al Senato Francesco Boccia o Igor Taruffi. Marco Tarquinio sicuramente. E la sinistra Pd? Anche da queste parti si registra qualche differenza. Arturo Scotto, per dire, ci sarà , augurandosi che alla fine il Pd faccia altrettanto. Pierluigi Bersani, pur avendo una posizione dura contro il riarmo, ha detto invece: “Non partecipo a manifestazioni che non raggiungano una piattaforma unitaria”. Una stoccata agli alleati? Chissà. Di certo non è il ragionamento di Conte. Se la pace è la priorità, l’ex premier non ha dubbi. L’ha messa in cima alla sua agenda, va avanti e semmai si fa rincorrere.