
Ansa
Editoriali
Il gioco del silenzio del Pd sulla politica estera
Al Parlamento europeo si discute della situazione in medio oriente e del riarmo dell'Ue ma nessuno dei 21 eurodeputati del Partito democratico prende la parola. Solo sul dibattito denominato "Genocidio a Gaza" un'eletta dem ha parlato. L'assenza sulla politica internazionale è stupefacente quanto imbarazzante
Questa settimana al Parlamento europeo ci sono stati tre dibattiti di politica estera su temi chiave per l’Unione europea, ma il Partito democratico ha fatto finta di niente. Martedì sera gli eurodeputati hanno discusso con l’Alto rappresentante, Kaja Kallas, della situazione in medio oriente. La guerra condotta da Israele contro l’Iran per distruggere il suo programma nucleare e la revisione dell’accordo di associazione con l’Ue erano al centro del dibattito. Nessuno dei 21 eletti del Pd ha preso la parola. Sarà stata l’ora tarda? Più di una settantina di eurodeputati sono intervenuti, anche se in molti se ne sono andati prima della replica di Kallas per correre da qualche parte a cena. Ieri mattina Kallas si è presentata davanti al Parlamento europeo per discutere del prossimo vertice della Nato all’Aia il 24 e 25 giugno. I capi di stato e di governo dell’Alleanza porteranno l’obiettivo di spesa per la difesa al 5 per cento del pil.
Inevitabilmente si è parlato anche del piano di riarmo dell’Ue che non piace a una parte dei “dem”, perché non è abbastanza europeo. Nessuno dei 21 eletti del Pd ha preso la parola. Nel primo pomeriggio a Kallas è toccato fare il bis sul medio oriente, questa volta per un dibattito denominato “Genocidio a Gaza”. Finalmente un’eletta del Pd ha parlato: Cecilia Strada per chiedere la sospensione immediata dell’accordo Ue-Israele, lo stop al commercio con gli insediamenti e un embargo di tutte le armi da e per Israele. Perché non Nicola Zingaretti, capo delegazione e membro della commissione Affari esteri? Lui e quasi tutti i 21 eurodeputati “dem” erano presenti al Parlamento europeo. Molti di loro sono intervenuti in altri dibattiti. L’assenza sulla politica internazionale è stupefacente. Per una volta non c’era nemmeno una risoluzione da votare, che avrebbe mostrato le divisioni interne. Il Pd è la più importante delegazione dentro la seconda famiglia europea, i Socialisti&Democratici. Aspira a un incarico di peso come la presidenza del gruppo o del Parlamento europeo. Tatticismo? Imbarazzo? Paura? Silenzio.