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Editoriali
La visita di Mark Rutte a Roma tra la linea Crosetto e il feticcio del rigorismo sulla sicurezza
L'arrivo del segretario Nato in Italia riaccende il dibattito sull’aumento della spesa militare e sulla linea del ministro della Difesa. L’Italia è chiamata a conciliare impegni internazionali e sostenibilità politica ed economica, in un contesto globale sempre più instabile
La visita del segretario della Nato Mark Rutte a Roma metterà alla prova la capacità del governo di trovare un equilibrio interno in grado di soddisfare le richieste insistenti di rafforzamento dell’alleanza con le ovvie e non semplici conseguenze sul bilancio. Rutte è il capo di un’alleanza politico militare, nella quale le relazioni politiche stanno vivendo una fase critica a causa delle impennate di Donald Trump, mentre appare sempre più necessario garantire la capacità di deterrenza militare. Rutte ha scelto di usare un linguaggio esplicito che qualcuno considera provocatorio, ma lo fa per sottolineare il pericolo reale rappresentato dall’espansionismo russo. Se “non vogliamo dover imparare il russo”, ha detto, dobbiamo moltiplicare per quattro la nostra difesa aerea e missilistica, oltre a rafforzare la logistica, i trasporti, i sistemi di produzione degli armamenti. I pacifisti (ma spesso anche Matteo Salvini) sottolineano che l’aumento degli investimenti nella difesa va a discapito delle spese per il welfare (tutto da dimostrare).
In una prospettiva più ampia si può invece tener conto di come gli investimenti nella difesa proprio perché non legati a una immediata logica di mercato producono spesso avanzamenti tecnologici e sviluppi del sistema che poi vanno a vantaggio dell’economia e della società. Per fare un esempio banale, internet è nato dall’esigenza di collegare i centri decisionali militari, e poi ha rivoluzionato tutto il sistema delle comunicazioni, come i satelliti che ora ci consentono di usare gli smartphone. Guido Crosetto sarà l’interlocutore più diretto di Rutte e dovrà valorizzare i punti di forza del sistema difensivo italiano, a cominciare dalla marina, mentre può inserire il miglioramento dei trasporti tra le spese militari. Sarà comunque meglio definire obiettivi generali senza esagerare nei dettagli, che difficilmente possono essere identificati già ora, e anche per ragioni di riservatezza, in base al vecchi precetto “taci, il nemico ti ascolta”.