L'analisi
Renzi e Calenda devono stare insieme. E a dirlo è la logica
Il recente voto in Basilicata ha messo in evidenza che esiste ancora un Terzo Polo: un 15 per cento di elettori pensa che la politica non debba risolversi risolversi nella gara tra contrapporti populismi sia a sinistra sia a destra. Una sintesi in tre punti
Il recente voto in Basilicata è stato seguito e analizzato dai media con un’attenzione assolutamente prioritaria sul balletto di veti e candidati alla presidenza susseguitisi nel cosiddetto “campo largo”. Un autodafé che comprovava da una parte il nervosismo dei 5 stelle consapevoli del crollo che li aspettava alle urne, nonché i guai interni del Pd rispetto al continuo tiremmolla di Conte, alla questione morale riemergente dalla Puglia al Piemonte con la necessità di nuovi (e inutili) codici etici, e allo scontro interno a coltello sul nome di Schlein nel simbolo delle europee e sulla sua candidatura in tutti collegi. Ma, rispetto a tutto questo, il voto lucano ha proposto anche un’evidenza diversa. Che pone un tema di riflessione di un qualche rilievo, almeno per noi che siamo ossessionati da una certa idea dell’Italia che non possa e non debba risolversi nella gara tra contrapporti populismi sia a sinistra sia a destra. I media hanno preferito presentare quella evidenza che più interessa a noi nella solita chiave che riduce tutto al confronto taurino Schlein-Meloni, e dunque si sono sprecati i titoli “Calenda e Renzi fanno perdere la sinistra”. Con tutto il rispetto per autorevoli direttori e colleghi, la sostanza è invece un’altra. Se in Basilicata quasi il 15 per cento degli elettori ha votato le liste di Calenda e Renzi, la vera riflessione da fare non è sul fatto che quei voti fossero di sinistra, e solo una sconsiderata spregiudicatezza dei due leader glieli abbia sottratti. Né, con tutto il rispetto per il vincitore Vito Bardi, credere che sia stata la caratura di chissà che livello del governatore uscente, a determinare il voto di quel quasi 15 per cento. La cosa più interessante è un’altra. Sintesi in tre punti.
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