(foto Ansa)

L'editoriale del direttore

I messaggi sbagliati di questa destra law and disorder

Claudio Cerasa

Il governo che strizza l’occhio agli evasori, che è contro  l’immigrazione, che sogna di scardinare le regole europee, sta facendo spesso l’opposto.  Ma quando si razzola bene e si decide comunque di predicare male, c’è qualcosa che non funziona nel sistema

Diceva Agatha Christie che un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova. Applicare questa regola quando ci si occupa di giustizia può essere pericoloso. Ma applicare questa regola quando ci si occupa di politica è doveroso. E mai come in questo caso, osservando una traiettoria del governo Meloni, viene da dire che un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, tre indizi fanno una prova e quattro indizi mostrano una certezza. La certezza è che da quando si è insediato, il governo Meloni ha scelto di correggersi su molti fronti ma non su uno: la volontà di mostrarsi agli elettori come una destra che si trova all’opposto del famoso modello law and order. Law and order sapete cosa vuol dire: avere a cuore le leggi e fare di tutto per applicare quelle leggi per mantenere un ordine nel paese. La destra modello Meloni (e Salvini) ha scelto invece di modificare questo approccio e si è riscoperta ancora una volta lontana dal modello law and order e vicina al modello law and disorder.

Ci sono leggi e regole che la destra considera di destra, come possono essere le leggi che riguardano il contrasto all’immigrazione irregolare, e a volte anche a quella regolare, ma ci sono leggi e regole che la destra invece considera di sinistra e che per questo cerca in tutti i modi di indebolire per dimostrare di essere vicina ai propri elettori. L’ultimo caso è quello dei condoni, ma prima dei condoni c’è stato l’autovelox, prima dell’autovelox c’è stata la rateizzazione dei debiti tributari, prima della rateizzazione dei debiti tributari c’è stata la pace fiscale, prima della pace fiscale c’è stato il tetto del contante, prima del tetto del contante c’è stato l’odio contro il Pos. L’approccio vale quando si parla del singolo, dell’individuo, ma vale anche quando si parla dello stato, e la destra law and order promuove il disorder anche quando si tratta di ragionare attorno al tema delle regole che deve rispettare un governo. Libertà, secondo la destra law and disorder, è creare norme che ti permettano di essere libero di fare quello che credi, anche di non rispettare le leggi sapendo poi che ci sarà qualcuno che quel non rispetto delle leggi non te lo farà scontare. Ma libertà, secondo questa logica, è promettere ai propri elettori di voler combattere per cambiare le regole che impongono di essere disciplinati. E così, le regole fiscali europee? Non ci piacciono, vanno cambiate. La disciplina di bilancio? Non ci piace, va superata. La politica monetaria della Bce? Non ci piace, va cambiata, perché i banchieri centrali non capiscono che alzare i tassi quando c’è l’inflazione non significa abbassare i prezzi ma significa uccidere la crescita. Law and disorder: il filo è sempre quello. Le regole da rendere più dure sono quelle che potrebbero colpire di più gli elettori di sinistra (rave), le regole che vanno alleggerite sono quelle che potrebbero soddisfare di più gli elettori di destra (condoni) e ciò che conta non è la direzione imboccata dal paese su questi temi ma è il messaggio che passa, il simbolo che si impone.

 

Nella realtà, il centrodestra su alcuni temi dove mostra un lato feroce, law and order, è meno duro rispetto a quello che appare (questo governo sull’immigrazione è quello che ha ampliato i decreti flussi a un livello record), mentre su altri temi su cui mostra un lato passivo è più feroce di quello che sembra (nel 2023 L’Agenzia delle entrate ha comunicato di aver incassato 24,7 miliardi di euro di recupero fiscale, mentre il gettito spontaneo oltrepassa i 536 miliardi, con oltre 26 miliardi in più rispetto al 2022 nelle casse erariali). Ma nella pratica la narrazione veicolata e suggerita dal centrodestra è insieme pericolosa e offensiva. Pericolosa perché suggerisce al cittadino di volerlo perdonare quando non paga le tasse, quando non effettua lavori rispettando le norme, quando vuole violare il codice della strada, quando non vuole vaccinarsi mettendo in pericolo sé stesso oltre che la propria comunità. Offensiva perché il modello law and disorder suggerisce l’idea che ha il centrodestra dei suoi elettori: degli evasori che sfrecciano per le strade senza voler pagare il prezzo delle proprie infrazioni, che considerano la riscossione delle tasse (pizzo di stato, come da celebre, terribile e sfortunata definizione di Meloni) più pericolosa di un vaccino e che considerano i rave più offensivi degli abusi edilizi. Non tutte le regole che la destra dei furbetti di governo vuole cambiare sono regole che meritano di restare come tali e non tutte le sanatorie proposte dall’esecutivo prese singolarmente possono considerarsi come dei condoni vergognosi.

 

Ma ciò che impressiona, scoraggia e mette di malumore è osservare quanto la destra di governo cerchi in tutti i modi di non rispettare chi paga le tasse, di non rispettare chi costruisce in regola, di non rispettare chi cerca di pagare sempre le multe, di non rispettare chi si vaccina (a proposito di regole violate: il governo ha da poche settimane deciso di stoppare le multe per tutti coloro che non hanno ottemperato all’obbligo vaccinale per il Covid, durante la pandemia, per tutto il 2024). Ed è osservare dunque quanto il triangolo della maggioranza si senta investito di una missione che suona più o meno così: ripagare la fiducia degli italiani dando la possibilità ai piccoli e grandi evasori di non pagare alcun pegno, incoraggiare i non evasori a non pagare regolarmente le tasse, lisciare il pelo a tutti coloro che considerano una norma giusta solo se questa non interferisce con la propria vita. La direzione spesso, come detto, differisce da quella enunciata e al momento il governo che strizza l’occhio agli evasori, che combatte contro l’immigrazione, che sogna di scardinare le regole europee sta facendo l’opposto di quanto promesso, riscuotendo le tasse come non mai, accogliendo immigrati come non mai, rispettando le regole europee come non mai. Ma quando si sceglie di razzolare bene e si decide di predicare male non si può non pensare che ci sia qualcosa che non funziona, che vi sia qualcosa di tossico che viene sprigionato nel sistema, e quando la politica sceglie di suggerire ai propri cittadini di evadere dalla realtà, le intenzioni contano più dei fatti. Più law, meno disorder, più order grazie.

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  • Claudio Cerasa Direttore
  • Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.