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il caso

"Ilaria non vuole candidarsi con il Pd". Roberto Salis gela Schlein. La segretaria in ritirata

Simone Canettieri

Problemi di metodo e di merito: l'insegnante detenuta in Ungheria non avrebbe in animo di correre da indipendente con la casacca di un partito che non la rappresenta.  Nella serata di ieri la retromarcia della leader dem: “La candidatura di Salis non è in campo"

“Non credo che Ilaria voglia candidarsi col Pd”. E si allontana così la candidatura alle europee di Ilaria Salis con il Pd. La svolta è arrivata ieri prima di pranzo quando Elly Schlein ha incontrato il padre dell’insegnante italiana reclusa da 13 mesi in Ungheria con l’accusa di aver aggredito due militanti di estrema destra. La segretaria del Pd – all’oscuro di tutto il partito che non l’ha presa benissimo – ha visto Roberto Salis, che il giorno prima si era sfogato con il Foglio per come era stata “male gestita” la faccenda della candidatura della figlia, lasciata in pasto alle correnti dem senza nemmeno una telefonata di sondaggio da parte della segretaria. La quale alla fine ha battuto un colpo. Ma durante l’incontro, come raccontano diverse fonti, Roberto Salis ha tolto dal campo la candidatura di Ilaria. Per una questione di metodo, ma anche pare di “merito”. In quanto la donna, che viene dai movimenti di estrema sinistra, non avrebbe in animo di correre da indipendente con la casacca del Pd, partito che non la rappresenta. Meglio 13 mesi di carcere che finire nelle liste dem? Se non fosse una storia serissima si potrebbe anche osare questa provocazione. E comunque in serata Schlein è stata costretta a fare retromarcia, in maniera abbastanza clamorosa: “La candidatura di Ilaria non è in campo”. Niente circoscrizione delle isole o Italia centrale per Salis. Dalle parti di Sinistra Italiana e Verdi assistono sgomenti: “Noi l’avremmo gestita meglio”.
 

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.