L'intervista

“Beccatevi Forza Nord”. La mossa di Tosi che fa sbandare la Lega

Francesco Gottardi

Il grande ex, ora coordinatore veneto di Forza Italia, continua a tentare gli scontenti del Carroccio e lancia un comitato dal nome fin troppo esplicito. “Il vero ritorno alle origini è il nostro, altro che la deriva di Salvini: me lo dicono anche i leghisti”

E' l'ibrido che mancava. Un colpo al Carroccio e un altro a Roma: sta sbocciando Forza Nord, la folgorazione dei berlusconiani per mandare in tilt l'elettore storico del fu sogno padano. "Un ex leghista come me non può che esserne orgoglioso", sorride al Foglio Flavio Tosi. "Questo è il vero ritorno alle origini. Altro che la deriva sovranista di Salvini". C'è il coordinatore veneto di Forza Italia, dietro l'iniziativa che "avrà la forma di un comitato: la soluzione burocratica più snella. Sulla falsariga del Comitato Nord". Schiaffo allo schiaffo. "Con la differenza che il nostro non punta a sfidare il partito, ma a completarlo. Nella seconda metà di aprile verrà lanciato ufficialmente a Milano".

 

E' per questo che Berlusconi alla fine indicò il vecchio sindaco di Verona, come futuro volto di una regione complessa per i forzisti. Serviva una guida indigena, spregiudicata. E magari con qualche conto in sospeso. "Forza Nord nasce chiacchierando col mio omologo lombardo, Alessandro Sorte". Scuola Carroccio pure lui, poi fedelissimo del Cav. "Insieme abbiamo trovato l'intesa per esprimere una fetta importante di Forza Italia: quella attenta alle aziende, al territorio, al centro produttivo del paese. Nei fatti lo stavamo già dimostrando", spiega Tosi. "Prima di Natale il presidente Tajani ha girato in lungo e in largo per spingere le economie locali. L'11 e il 12 aprile andrà a Verona, per un bilaterale con il numero due di Pechino: il nuovo percorso dopo la Via della Seta verrà siglato e gestito da Forza Italia. Il giorno dopo saremo a Milano per un grande evento partitico. Gli sforzi per radicare il nostro consenso sono evidenti. Ci voleva soltanto un apposito contenitore per metterci a contatto col cittadino". 

 

E Forza Nord è il nome che gasa gli animi. "Il mio di sicuro. Ma anche quello di tanti leghisti". Epurati e non. "Lo so per certissimo. Chi non è ancora uscito dal Carroccio ce l'ha detto fuori dai denti: se partite noi ci siamo. Nomi grossi, intendo". Roberto Marcato, ma ancora di più Bottacin e Caner: gli assessori in bilico sono sempre loro. "Continuiamo a sperare che facciano il passo. Li aspettiamo. Nel frattempo contiamo su molti altri dirigenti, sindaci e militanti. Attuali e passati. Lo proveremo plasticamente". Tosi parla da Vittorio Veneto. Finita la telefonata terrà una conferenza stampa congiunta con Toni Da Re: il 'Baffo' della Marca, fresco di espulsione per gli insulti a Salvini. "Lo rivedo adesso dopo un bel po' di tempo: sicuramente parleremo anche del comitato". 

 

L'occasione è la campagna elettorale di Gianluca Posocco, il vicesindaco uscente che non rinnoverà la tessera della Lega. E col sostegno del ticket Lista Da Re-Forza Italia ora affronterà il candidato di Lega e FdI, su cui il Carroccio ha dovuto convergere dopo il caos con l'europarlamentare. Derby del genere — formato triello, talvolta — stanno fioccando su tutto il territorio. "Stiamo avvicinando gli scontenti", continua Tosi. "Il nuovo slancio leghista contro lo strapotere meloniano è comprensibile, ma ci siamo anche noi". Obiettivo nemmeno troppo velato: il sorpasso sul Carroccio, perfino in Veneto. "L'aria è buona, cavalchiamo un momento brillante, per scaramanzia non aggiungo altro. Certo il patrimonio amministrativo di questa regione fa gola a tutti".

 

E' l'eredità di Zaia. "Luca deve ancora decidere cosa fare da grande". Forza Italia invece ha le idee chiare. "Elettori e sondaggi ci stanno premiando perché certi grattacapi interni da noi nemmeno si pongono: penso alla candidatura di Vannacci". Un affronto alla metà sana della Liga. "Forza Italia invece è compatta, vicina a Bruxelles, sensibile all'Ucraina. Abbiamo un leader infaticabile, che ogni giorno acquista sempre più credibilità in Italia e fuori. Nel 2018 prevalse l'antieuropeismo, stiamo spingendo sull'esatto contrario. Ma l'esito delle europee sarà il riflesso delle amministrative: il primo passo è dunque lavorare bene negli oltre 300 comuni al voto in regione. E Forza Nord è il nostro viatico per il consenso". A discapito della Lega. Che spogliata del suo Nord, resta mal accompagnata da quel 'Salvini premier' sempre più obsoleto. Allora meglio soli, appunto.

Di più su questi argomenti: