Una centrale nucleare (Getty Images) 

Editoriali

La Camera approva un'indagine conoscitiva sul nucleare e indica una direzione saggia

Redazione

In Parlamento un passo avanti verso la presa d’atto delle opportunità e delle complessità del nucleare. È importante cominciarea porre le giuste domande sul tema. Era ora 

Ieri le Commissioni riunite Ambiente e Attività produttive della Camera hanno approvato un’indagine conoscitiva sul tema del nucleare. Le opposizioni – tranne Azione che ha votato a favore – si sono astenute, chiedendo anche la convocazione di associazioni ambientaliste ed esperti notoriamente contrari all’atomo. Il responsabile energia di Forza Italia, Luca Squeri, a cui si deve l’iniziativa, ha dato la massima disponibilità (“ben vengano anche le voci critiche, assolutamente”). Ha però chiarito che la speranza è quella di utilizzare questo ciclo di audizioni per approfondire il tema in vista della “richiesta della reintroduzione di un'Autorità per la sicurezza nucleare, necessaria affinché il paese possa andare avanti. La sua istituzione è il prossimo appuntamento”.

Assieme alla piattaforma nazionale avviata presso il ministero dell’Ambiente, a cui partecipano una pluralità di soggetti privati e istituzionali, questa indagine costituisce un passo importante verso la presa d’atto delle opportunità ma anche delle complessità del nucleare. È un bene, in particolare, che l’attenzione si concentri sulla creazione di un adeguato quadro delle regole, per disciplinare le modalità per l’autorizzazione, la realizzazione e l’esercizio degli impianti atomici e, nel caso, delle diverse tecnologie alternative. E’ importante, sotto questo profilo, che l’indagine si svolga in modo approfondito, coinvolgendo sia i portatori di interessi, sia gli esperti nei vari campi. I parlamentari devono potersi fare un’idea e comprendere quali sono le ragioni a favore dell’atomo ma anche quali sono gli ostacoli. Sarebbe stato meglio partire prima con questo percorso: invece, negli scorsi mesi l’atomo è stato brandito come arma politica, riducendolo a posizione macchiettistica e divisiva anziché a strumento potenzialmente utile a risolvere i problemi energetici e ambientali del paese. Non sappiamo se il nucleare alla fine sarà la risposta, ma è importante cominciare a porre le giuste domande.

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