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editoriali

Meloni salva il lavoro forzato in Cina

Redazione

I partiti di maggioranza denunciano le violazioni dei diritti umani in Cina e le importazioni sleali da paesi extra Ue che non rispettano gli standard ambientali, ma poi fanno il contrario a Bruxelles. Ecco cosa vuol dire l’astensione dell’Italia su un’importante direttiva europea

Germania e Italia stanno facendo squadra nell’Unione europea per bloccare l’adozione di una direttiva sull’obbligo di due diligence per le grandi multinazionali. Dietro all’acronimo “Csddd” si nasconde un provvedimento per lottare contro le importazioni di merci e servizi prodotti violando gli standard ambientali e i diritti umani. Un esempio sono le magliette con cotone dello Xinjiang, dove gli uiguri sono condannati ai lavori forzati dal regime cinese. Un altro sono i prodotti agricoli coltivati su terreni ricavati dalla deforestazione. Il Parlamento europeo e il Consiglio (dove siedono i rappresentanti dei governi) avevano già raggiunto un accordo.

Le grandi società, con oltre 500 dipendenti e un fatturato netto mondiale di oltre 150 milioni di euro, avrebbero l’obbligo di valutare e prevenire gli impatti negativi effettivi e potenziali sull’ambiente e sui diritti umani nella loro catena del valore (compresi i partner commerciali a monte e le attività a valle). La direttiva comporta costi aggiuntivi per le multinazionali, che rischiano multe pari al 5 per cento del fatturato. È questa la ragione usata dal partito liberale in Germania per imporre al governo di Olaf Scholz di rinnegare l’accordo. Spd e Verdi hanno criticato la Fdp. Ma, secondo le regole interne alla coalizione, se i tre si dividono su un provvedimento dell’Ue, il governo deve astenersi. Dopo il tradimento tedesco, l’Italia è diventata decisiva per le sorti della direttiva. Ieri il governo Meloni ha annunciato l’astensione, che nel Consiglio equivale a un “no”. La presidenza belga dell’Ue è stata costretta a rinviare il voto perché manca la maggioranza qualificata. Quando due grandi paesi rinnegano gli accordi con il Parlamento si mina la capacità dell’Ue di funzionare. Ancor più grave è riempirsi la bocca, come i partiti del governo Meloni, con denunce contro le violazioni dei diritti umani in Cina e le importazioni sleali da paesi extra Ue che non rispettano gli stessi standard ambientali, ma fare il contrario nell’Ue.

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