François Bayrou - foto Ansa

Editoriali

I capricci di François Bayrou complicano il rimpasto di governo in Francia

Redazione

Il leader dei centristi del MoDem ha accusato Macron e Attal di aver virato troppo a destra

Doveva essere una formalità l’atto secondo del rimpasto di governo, ossia la nomina dei ministri di secondo piano e dei segretari di stato. E invece Emmanuel Macron e Gabriel Attal, rispettivamente presidente e primo ministro della Repubblica francese, hanno dovuto faticare più del previsto per trovare l’equilibrio per via dei capricci di François Bayrou, leader dei centristi del MoDem e pilastro della maggioranza, che mercoledì ha accusato il duo che guida la Francia di aver virato troppo a destra e di aver provocato una spaccatura profonda tra “governanti e governati”. A Bayrou, veterano della politica francese, erano stati proposti sia il ministero dell’Istruzione, in ragione della fragile posizione di Amélie Oudéa-Castéra, travolta dalle polemiche per l’iscrizione dei figli in una scuola privata, sia il ministero della Difesa: li ha rifiutati entrambi, per l’“assenza di un accordo profondo sulla politica da seguire” (all’Istruzione, al posto di Oudéa-Castéra, è stata scelta Nicole Belloubet, ex ministra della Giustizia, e tra le uscite di scena rumorose figurano la ministra per gli Affari europei, Laurence Boone).

Secondo le informazioni del Figaro, Macron, che aveva annusato la potenziale crisi di nervi di Bayrou post nomina di Attal, avrebbe proposto al centrista anche un ruolo più ambizioso, ossia di essere il capo di un “grande movimento politico di unità e di azione”, che inglobi Renaissance, MoDem e Horizons, ossia i tre partiti della maggioranza. Il comportamento di Bayrou ha però indispettito anche alcuni suoi colleghi. “Ha voluto provocare un divorzio con il presidente, ma noi non siamo d’accordo con questo divorzio”, ha detto una fonte del MoDem a BfmTv. Sembra insomma un capriccio solitario, e non una strategia concordata con gli altri pesi massimi del partito centrista. Ma la sua sfuriata è certamente un imprevisto che Macron avrebbe preferito evitare.

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