Di cosa parlare a cena stasera

Meloni vince la partita dei trattori. Salvini scalpita

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Per leggere la versione senza paywall, iscriviti alla newsletter "Di cosa parlare stasera a cena" a questo link: è gratis!


  

Giorgia Meloni capisce di politica più del suo stretto giro di collaboratori e muove finalmente con decisione la forza del governo per affrontare le questioni poste dagli agricoltori in protesta. Lo fa con un certo coraggio, perché chiude la comunicazione con i comitati spontanei, con chi muove i trattori nei punti strategici per ottenere visibilità, e tenta di riprendere il controllo delle trattative. Questa scelta comporta il riconoscimento delle organizzazioni agricole ufficiali come unici interlocutori. Non è un’operazione facile, perché dopo giorni di trattori nelle strade e di critiche violentissime all’intera politica agricola italiana e quella europea, sia le organizzazioni sia la controparte politica (il ministero) sono un po’ spompati. Palazzo Chigi prova a ridare loro ruolo e vigore, mentre difende misure di equità come la reintroduzione, decisa in manovra, dell’Irpef per i redditi agricoli. Ne garantisce la cancellazione solo per aziende con fatturato minimo, che abbiano redditi agrari o dominicali inferiori a 10 mila euro. Con questo limite non si tratta di una concessione, ma di una conferma della misura fiscale decisa mesi fa.

E Meloni così ferma anche il solito attivismo leghista nel sostegno alle cause portatrici di difficoltà per il governo. Matteo Salvini aveva preparato un’iniziativa leghista/trattorista, di fatto una specie di sconfessione del governo, verso il quale si preparavano i forconi padani. Meloni ha agito di anticipo, diffondendo i risultati dell’incontro con le organizzazioni agricole a tempo record, con modalità che fanno dubitare sullo svolgimento di una vera discussione, ma reclamando con energia il ruolo della presidenza del Consiglio (anche a scapito del ministro responsabile del settore) in questa partita e mettendo una specie di stop loss, come in Borsa si chiama il punto non negoziabile in cui automaticamente si ferma la perdita di valore dell’investimento in un titolo, alla quantità di cedimenti ammissibili nei riguardi del settore agricolo.

I comitati spontanei, con i loro trattori, continueranno a manifestare, ma non hanno più un interlocutore politico. Meloni si gioca qualche carta demagogica, come i richiami contro le sperimentazioni alimentari, e qualche carta sensatamente economica, come l’impegno per una più giusta remunerazione dei produttori. Salvini scalpita ma non può superare il livello di guardia del dissenso.

   

Fatto #1

Ma le crisi, come si era già visto nella scelta di alcune candidature regionali, scoppiano dove possono scoppiare e cioè lontano dal potere centrale.

 

Fatto #2

Il cambio alla guida delle forze armate ucraine.

E un consistente scambio di prigionieri.

E poi c’è chi va a farsi prendere in giro da Putin e diventa il postino di qualche lettera minatoria.

 

Fatto #3

Sergio Mattarella ricorda giornate buie per la nostra storia e ci dice che sembrano volersi riproporre.

  

Oggi in pillole

  • l’economia che frena, pianino
  • Ci sarà ancora una finestra per agganciare la rottamazione di cartelle e debiti fiscali
  • la Bce promette di usare (e bene) la tecnologia e con l’obbligo imposto alle banche per dare entro un anno la possibilità di bonifici immediati gratuiti si prepara a rivoluzionare il sistema dei pagamenti
  • l’espulsione a tempo, il cartellino blu, arriverà presto anche sui campi di calcio principali e subito passerà all’uso comune del linguaggio, con comodissime applicazioni per la politica (quel tale ministro messo un po’ silenzio si è preso un cartellino blu) o per parlare di questioni sentimentali (perfetto per raccontare della sospensione temporanea di una storia d’amore)
Di più su questi argomenti: