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Verso le Regionali

Schlein punta al Gran Sasso, lontana da Soru e da Conte

Marianna Rizzini

Assente finora in Sardegna, la leader del Pd cerca il "vero" campo largo a L'Aquila per evitare le lotte intestine a Cagliari

Lì l’hanno vista spesso, che fosse nella Marsica o in zona Teramo. Là un po’ meno, che fosse Sassari o Cagliari, anche se la attendono per la settimana prossima, e anche in contemporanea con il leader M5s Giuseppe Conte. Fatto sta che Elly Schlein, segretaria del Pd, avendo di fronte a stretto giro due appuntamenti elettorali locali (il 25 febbraio le regionali in Sardegna, il 10 marzo quelle in Abruzzo), si sta comportando come se l’ultima chiamata (o fermata?) fosse proprio quel voto abruzzese su cui si sta sperimentando il “campo largo pieno” attorno all’ex rettore dell’Università di Teramo Luciano D’Amico, senza dover tirare la coperta da un lato e dall’altro come in Sardegna, dove non soltanto il campo è stretto, ma anche sovraffollato (si è candidato infatti a sinistra anche l’ex governatore ed ex pd Renato Soru).

Non bastasse, c’è che la candidata del Pd e del M5s, l'ex sottosegretaria a Cinque stelle Alessandra Todde, corre per entrambi i partiti (oltre che per altri alleati a sinistra), ma come espressione di volere contiano più che di volere schleiniano. E insomma: anche se molti accorreranno da sinistra sull’isola nella settimana finale di campagna elettorale, dopo il 15 febbraio (da Schlein e Conte fino a Pierluigi Bersani e a Nicola Fratoianni), l’occhio dell’elettorato dem viene finora portato a guardare l’immagine rimbalzata sui social domenica scorsa: Schlein a Isola del Gran Sasso d’Italia, su sfondo di cime innevate, in provincia di Teramo, al termine di un alacre peregrinare locale (Casale San Nicola, Roseto, Giulianova, Riserva del Borsacchio), intenta a dire e a ridire che “nessuno dei nostri partiti da solo è sufficiente per costruire l’alternativa” e che “nessuno può pensare di farlo senza la prima forza di opposizione che è il Pd” (risposta di Conte, ieri, dal Corriere della Sera: “Il rapporto con il Pd è alla pari, per andare avanti insieme è necessario un chiarimento”).

Tappandosi le orecchie, la Schlein d’Abruzzo va dicendo che il campo largo “si può fare”, “basta volerlo”, pensando a un voto che ha assunto le sembianze del sogno-miraggio in chiave di costruzione di un’alternativa a Meloni. Una cosa che si può dichiarare sereni appunto a Teramo ma non a Cagliari, ché pure in Sardegna Schlein lo voleva, il campo largo, con “tutte le forze alternative alla destra”, come a Teramo attorno a D’Amico, ma vallo a dire al M5s. In Sardegna il campo largo è campo ristretto non soltanto per la presenza della candidatura nemica interna (Soru): c’è chi, nel Pd, non dimentica come si è arrivati a decidere per Todde, e cioè con un gran bailamme sulle primarie che non ci sono state. E insomma, sull’isola, più che in Abruzzo, risuonavano ieri minacciose le parole di Conte sul Corriere, specie quelle sul passato del Pd “a vocazione maggioritaria” che ora deve fare i conti con il presente, e sulla politica estera su cui non c’è accordo con il M5s, e su Biden, su Trump, sul Mes, sulla Rai. Tanto che, al Nazareno, qualcuno scherzava amaro, parafrasando il Franco Battiato de “La canzone dei vecchi amanti”: “C’è voluto del coraggio, ad atterrare a Cagliari”, città dove si deve ora marciare uniti pur essendo disuniti nelle idee. “A volte pare che Conte corra contro il Pd”, sospira un dem. Intanto, nei commenti ufficiali all’intervista di Conte, c’è chi, come il capogruppo dem al Senato Francesco Boccia, risponde senza più pazienza: “Noi guardiamo al passato? E lui, Conte, ci pensa ancora ai decreti Salvini?”, e  chi, come il senatore dem Filippo Sensi e il deputato dem Andrea Casu, ribalta l’accusa di ambiguità di Conte sullo stesso Conte (rispettivamente a proposito di Ucraina e di Donald Trump).

“Il Pd è testardamente unitario”, dice la Schlein d’Abruzzo – cui toccherà, in terra sarda, incontrarsi (scontrarsi?) a giorni con Conte a Cagliari. Situazione che potrebbe risvegliare, nel Pd, l’incubo della Sardegna 2009, annus horribilis per l’allora segretario Walter Veltroni. Si spera dunque, al Nazareno, scherza un parlamentare, “che non ci si debba addormentare oggi sereni ad Avezzano per svegliarsi male domani ad Oristano”. Schlein, intanto, preventivamente esorcizza: “Conte chiede di essere trattato alla pari? Io non litigo, il mio nemico è la destra”. 

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.