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A volte ritornano

Gli irriducibili leghisti no Vax. Nuovo stop alle multe per chi non si è vaccinato

Giulia Casula

L'ultimo colpo di coda della Lega arriva con un emendamento al decreto milleproroghe che rimanda la scadenza per il pagamento delle multe per i No vax a fine 2024. Così il Carroccio cerca di recuperare qualche zerovirgola per le europee

La Lega torna a lisciare il pelo alla galassia No vax. Sarà l'atmosfera preelettorale delle europee o i sondaggi che registrano cali tra lo 0,3 e lo 0,4 nei consensi, ma in via Bellerio tira una brutta aria. Qualcuno teme il sorpasso di Forza Italia e per questo motivo il partito del vicepremier Matteo Salvini, che secondo le ultime rilevazioni arriva a malapena al 9 per cento, cerca di raccattare quel che può. Il corteggiamento a Vannacci, il generale del Mondo al contrario, l’attacco sgangherato alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen dopo la protesta dei trattori, le uscite sguaiate sul caso di Ilaria Salis, l’italiana detenuta in Ungheria. Non è un caso che queste sparate arrivino proprio ora che il Carroccio cerca freneticamente di staccare qualche punto agli avversari. E questa volta l’ha fatto puntando sulla sua ala più estremista, quella dei No a tutto (dal Green Pass al Mes, un tempo anche all'Euro), con un emendamento al decreto milleproroghe che prevede un'ulteriore sospensione, fino al 31 dicembre 2024, al pagamento delle multe di 100 euro per chi non si è vaccinato durante la pandemia.

L'emendamento, a firma del deputato Alberto Bagnai, un tempo alfiere anti-green pass della Lega, dovrebbe esser votato la prossima settimana. Secondo i conti fatti dal Sole 24 ore sarebbero circa 1,7 milioni gli italiani non vaccinati e multati. Di questi, qualche migliaio avrebbe già versato i 100 euro e ora, beffato, sarebbe pronto a richiedere indietro il denaro al Ministero della Salute se la proroga dovesse essere confermata un'altra volta. Era infatti già accaduto un anno fa, a dicembre 2022, quando alcuni parlamentari leghisti, sempre loro, erano riusciti a far passare, con un emendamento al decreto Anti rave, una proroga al 30 giugno. Un modo per strizzare l'occhio ai No vax, quello del Carroccio, mascherandolo dietro il maldestro tentativo di pacificare gli italiani dopo le spaccature causate dall'emergenza pandemica.

Una parte della Lega non ha mai smesso di guardare a quelle frange rumorose del paese e a quel gruzzoletto di voti che proprio in questo momento farebbero comodo al partito di Salvini, in cerca di qualsiasi zerovirgola per evitare una debâcle a giugno. Da qui l'ultimo colpo di coda leghista verso la corrente antivaccinista. Se la proroga dovesse passare anche questa volta, la scadenza per il pagamento delle multe dovrebbe slittare direttamente al prossimo anno. Dodici mesi di tempo per trovare una copertura per la prossima manovra ai circa 150 milioni di euro che verrebbero meno se si decidesse di cancellare la sanzione, come vorrebbe qualche leghista. Tra questi il senatore Claudio Borghi, che tra i suoi cavalli di battaglia annovera la lotta all'obbligo vaccinale (a settembre dello scorso anno patrocinò anche la giornata in "ricordo delle vittime degli effetti avversi da vaccinazione" organizzata dall'associazione Condav) e da qualche giorno quella all'Oms, accusata dal senatore di spendere troppo per stipendi e consulenze. 

È stato sempre lui, nelle scorse settimane, a chiedere lumi al ministro della Salute Orazio Schillaci sul nuovo piano pandemico, troppo simile a quello dei nemici Conte e Speranza. Così ieri l’irriducibile Borghi, che con Bagnai gioca spesso di sponda,  si è affrettato su X a mostrare il suo appoggio al collega “Andremo avanti a prorogare fino a quando il sole, trasformandosi in una gigante rossa, risolverà la questione contabile”, ha scritto il senatore con tanto di “Nota bene: anche stavolta ci abbiamo dovuto pensare noi...”, intestandosi una volta ancora la battaglia No vax. Ma il leghista non risparmia neppure gli alleati e in particolare la premier Giorgia Meloni, che a ottobre aveva avvertito i suoi di voler procedere con una manovra blindata. “Si è avuta la malsana idea in questa finanziaria di non far presentare emendamenti di maggioranza”, scrive Borghi, “dal ministero nulla e quindi l'unica cosa che possiamo fare è rimandare alla prossima legge di bilancio”. Ma per riuscire a passare, l'emendamento leghista dovrà farsi strada tra i circa 350 segnalati tra maggioranza e opposizione e resta ancora da capire quali proposte riceveranno il via libera. Intanto si fa quel che si può. Per le europee vale tutto. 

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