La giornata delle sinistre

Le priorità di Schlein: Acca Larentia prima di Kyiv. Conte felice

Gianluca De Rosa

Il Pd tiene sulla "linea Stoltenberg", ma Schlein non ci mette la faccia e si dedica all'unica battaglia che non le crea problemi: l'antifascismo. Conte intanto costruisce in provetta il suo duello con Giorgia Meloni

Sulle armi all’Ucraina il M5s è pronto a fare un gran fracasso. Il Pd invece adotta una tecnica antica: meditare, riflettere, e alla fine, seppur con riluttanza, mantenere un profilo responsabile e atlantista. Ma per non lasciare solo ai 5 stelle i tamburi delle polemiche, Elly Schlein si butterà sull’unica battaglia sempre gratis: l’antifascismo. Questa mattina il ministro della Difesa Guido Crosetto riferirà alla Camera sul sostegno militare italiano all’Ucraina (alle 15 poi il ministro sarà al Senato). Comunicazioni alle quali seguirà la discussione e il voto di alcune risoluzioni per confermare o meno il supporto a Kyiv. Lo scorso 31 dicembre infatti è scaduto il decreto che autorizzava, con dei successivi atti ministeriali, l’invio di armi in Ucraina per combattere Vladimir Putin. La proroga è in discussione alle commissioni Difesa ed Esteri del Senato e arriverà a stretto giro in Aula, ma il voto delle risoluzioni è un corposo antipasto del posizionamento dei partiti.

I deputati del Pd si sono riuniti ieri al termine della seduta della Camera per capire il da farsi. Nella sostanza  terrà quella che, non senza qualche ironia, un deputato della sinistra definisce la “linea Stoltenberg”, in ossequio al segretario generale della Nato. Semaforo verde insomma a continuare a fornire materiale bellico a Kyiv. Con buona pace dei vari Arturo Scotto, Laura Boldrini e Nico Stumpo. Ovviamente la scelta atlantista del Pd impedisce di presentare un testo comune con il M5s e Alleanza sinistra verde che sono invece per lo stop alle armi. E così la riunione dei democratici prevedeva come secondo punto, oltre a una preventiva discussione sul testo, dei dubbi  amletici: presentare nonostante l’assenza dei grillini una risoluzione anche con i parlamentari delle altre opposizioni, e cioè Azione e Italia viva? O andare ognun per sé, e magari votare anche quella dei terzo polisti? Cose, insomma, in grado di cambiare il corso degli eventi.

 

 Elly Schlein comunque non ci metterà la faccia. Ribadire il sostegno all’Ucraina in aula sarà compito di qualcun altro. La segretaria dovrà occuparsi di una questione ben più centrale: i fatti di Acca Larentia, i saluti romani alla commemorazione dell’uccisione nel 1978 di due giovani militanti del Fronte della gioventù nazionale che da due giorni alimentano la polemica antifascista contro il governo di un pezzo di sinistra. Il Pd ha presentato un’interrogazione al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi che alle 15 sarà in aula per  il Question time. Sarà Schlein in modalità Giacomo Matteotti a incalzarlo su questi “fenomeni di fascismo che non vengono contrastati dal governo”. Sulla vicenda il M5s, prima firma dell’ex ministro Sergio Costa, ha presentato un esposto in Procura. Ma per i grillini quella di oggi non sarà la giornata di Acca Larentia, ma del No alle armi. A Montecitorio non interverrà Giuseppe Conte, al suo posto il capogruppo grillino in commissione Difesa Marco Pellegrini. Da via di Campo Marzio però sottolineano che questo non significa affatto che il M5s non batterà attraverso la comunicazione sull’argomento. Anzi. Gli interventi di Conte però vanno centellinati. Per una specifica esigenza di comunicazione: enfatizzare la il duello tra premier. Ossia tra Conte e Giorgia Meloni. La sfida è già stata cerchiata sul calendario e avverrà il 17 gennaio quando a Montecitorio si terrà il premier time. Infatti, mentre lo staff di Elly Schlein ancora è lì pensoso su quando organizzare l’ ormai celebre confronto televisivo con Giorgia Meloni (“Ci devono chiamare loro”, questa è una delle versioni in voga tra i dem), il capo grillino il suo scontro con la premier se lo sta costruendo in provetta.  Proprio ieri in Transatlantico liquidava i cronisti con un “a breve pubblicheremo un video”. E in effetti qualche minuto dopo su Tik Tok è apparso un nuovo montaggio con spezzoni di interventi della premier alternati a comparsate televisive di Conte, saggiamente montati per costruire di fatto un duello televisivo fittizio tra i due leader. Un espediente di comunicazione che lo staff dell’avvocato del popolo aveva già sperimentato qualche settimana fa con un discreto successo. C’è da giurarci che non sarà l’ultimo. 
 

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