editoriali
L'illusione francese di Lollobrigida sul divieto della carne sintetica
Il ministro dell’Agricoltura dice: stiamo esportando il divieto sulla carne sintetica. Non è così
Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha dichiarato che sul divieto della carne sintetica l’Italia è “all’avanguardia” dato che la Francia vuole imitarci. “In assemblea nazionale francese – ha detto il ministro – è stata presentata una legge che si rifà alla legge italiana sulla carne sintetica esplicitamente”. A parte che l’essere in compagnia non rende la rotta intrapresa corretta, è il caso di ridimensionare l’annuncio di Lollobrigida. La proposta di legge per vietare la produzione e la commercializzazione di carne sintetica in Francia è stata presentata lo scorso 15 dicembre da deputati dei Républicains, partito di destra moderata che è all’opposizione. In assenza di un appoggio politico di Macron e della sua maggioranza, l’atto ha lo stesso valore di una proposta di Elly Schlein o Nicola Fratoianni in Italia.
Ma c’è di più, qualche mese fa il Senato francese ha pubblicato un rapporto sugli “alimenti cellulari”, realizzato da due senatori, uno repubblicano e uno socialista. Anche in quel lungo (174 pagine) studio si fa riferimento alla legge Lollobrigida, seppure in termini poco lusinghieri. “Il disegno di legge del governo italiano di Giorgia Meloni – dice il report del Senato – non sembra essere un modello da seguire”. Perché i divieti “non si applicheranno ai prodotti legalmente fabbricati o commercializzati in un altro stato dell’Ue”. Lo studio francese evidenzia “la natura a dir poco traballante di un divieto che vale solo per se stessi, ma non per gli altri”.
In un articolo su Les Échos, l’economista francese Thomas Philippon ha scritto che se “l’Italia non ha creato Starbucks, la Germania non ha creato Tesla, i Paesi Bassi non hanno creato Amazon” è proprio perché l’Europa non è aperta all’innovazione. “Tra vent’anni – dice Philippon – gli stessi decisori che oggi si lamentano dei Big della rete si lamenteranno del dominio del mercato delle carni non animali da parte di aziende straniere. E la risposta a questa constatazione sarà: perché loro hanno innovato, e noi ci siamo soltanto lamentati”. Si può essere all’avanguardia dei retrogradi.
L'editoriale del direttore