(foto Ansa)

la svolta

Il governo sblocca l'impasse sulla carne sintetica: Mattarella firma il ddl

Luciano Capone

Lollobrigida ha inviato a Bruxelles la notifica Tris, che serve a prevenire gli ostacoli al commercio Ue. Viene superato così il passaggio procedurale che il Presidente della Repubblica chiedeva prima della promulgazione. 

Aggiornamento 14:04


Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha promulgato il ddl recante "disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di carni coltivate. Il Governo ha trasmesso il provvedimento accompagnandolo con una lettera con cui si è data notizia dell'avvenuta notifica del disegno di legge alla Commissione europea e con l'impegno a conformarsi a eventuali osservazioni che dovessero essere formulate dalla Commissione nell'ambito della procedura di notifica".

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Con molta probabilità già oggi, o comunque nei prossimi giorni, il Presidente della Repubblica promulgherà il ddl Lollobrigida che vieta la cosiddetta “carne sintetica”. Ciò che ha sbloccato l'impasse è un passaggio certificato questa mattina: l'invio, da parte del governo, a Bruxelles della notifica Tris (una procedura che serve a prevenire gli ostacoli al commercio Ue). Non ci sarà, quindi, un'opposizione o un temporeggiamento da parte del Capo dello stato sulla promulgazione. Sergio Mattarella, ovviamente, esaminerà il testo ma non attenderà, come pure si è paventato, la valutazione di Bruxelles che potrebbe arrivare anche fra tre mesi. Ciò che il Quirinale voleva dal governo prima della firma era un rispetto procedurale, come appunto l'invio della notifica della legge a Bruxelles, sul cui merito spetterà poi alla Commissione fare una valutazione rispetto alla compatibilità con il mercato comune. Da questo punto di vista, almeno sul piano formale, non doveva esserci alcuna frizione con il governo, visto che il ministro Lollobrigida aveva più volte manifestato l'intenzione di inviare la notifica a Bruxelles. Ma sul piano sostanziale sono tanti i sospetti, le incomprensioni e le tensioni tra le due istituzioni. 

 

Da un lato, nel governo c'è chi teme che le notizie di questi giorni sul mancato invio del testo al Quirinale e sul ritardo della promulgazione siano un modo per mettere ulteriormente in difficoltà Lollobrigida dopo il “caso treno”. Dall'altro, il Quirinale realmente dall'approvazione della legge aspettava il passaggio con l'Europa da parte del governo, soprattutto visto il precedente ritiro della notifica. Di sicuro c'è un problema di comunicazione, visto che ieri, l'Ansa batteva la notizia che il testo della legge non era ancora giunto al Quirinale proprio mentre il ministero dell'Agricoltura, attraverso il Mimit, stava inviando la notifica all'Europa. Ovvero stava completando il passaggio che risolve lo stallo. La notifica, inviata da Roma il 30 novembre, è stata registrata sul portale Tris il 1 dicembre.


Per capire, però, l'origine delle diffidenze reciproche e l'attenzione del Quirinale alla notifica Tris bisogna fare un passo indietro. Come aveva rivelato il Foglio, il 9 ottobre Lollobrigida aveva chiesto il ritiro della notifica alla Commissione europea giustificandolo con il fatto che era in corso la discussione parlamentare e il testo avrebbe potuto subire delle modifiche. La mossa, piuttosto irrituale, aveva in realtà l'obiettivo opposto. Evitare il giudizio dell'Europa per non modificare il testo. La scadenza della procedura Tris sarebbe stata il 30 ottobre, ma siccome dalle interlocuzioni intercorse era chiaro che la legge sarebbe stata criticata con pareri circostanziati e commenti sul potenziale contrasto con le regole del mercato comune europeo di cui il governo avrebbe dovuto tenere conto, Lollobrigida ha ritirato la notifica. Così ha potuto approvare il testo originario rapidamente e senza alcuna modifica. Perché l'obiettivo politico del governo, e in particolare di Lollobrigida, era portare a casa il risultato di una legge simbolica della culture war della destra e festeggiare in piazza con la Coldiretti.

 

Pertanto, ciò a cui teneva il Quirinale, da un punto di vista procedurale, è che prima delle promulgazione, fosse stata reinviata la notifica ritirata. Poi sarà, eventualmente, la Commissione europea a esprimere un giudizio nel merito di una legge che ha un oggettivo impatto sul mercato unico. Bruxelles dovrà esprimersi entro tre mesi, la scadenza è prevista per il 3 marzo 2024. In ogni caso, secondo la normativa europea, la legge anche approvata e promulgata è inapplicabile prima della fine della procedura Tris e del giudizio della Commissione europea.

  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali