Foto Ansa

voci da bruxelles

L'estrema destra europea è sicura: Salvini sarà fedele (non a Meloni)

Pietro Guastamacchia

I sovranisti si preparano al raduno di sabato organizzato da Salvini a Firenze. "Tajani non pensi di usare contro di noi il trucchetto del divide et impera, non funzionerà", dice l'eurodeputato di AfD Gunnar Beck. A Pistoia intanto si riuniscono i meloniani di Ecr 

Bruxelles. “Tajani non pensi di usare contro di noi il trucchetto del divide et impera, non funzionerà”. L’avvertimento al vicepremier italiano lo consegna al Foglio l’eurodeputato di AfD, Gunnar Beck dai corridoi del Parlamento europeo a Bruxelles, prima di volare in Germania per preparare le valigie per il grande raduno di Id, il gruppo Ue delle destre sovraniste, chiamate a raccolta domenica a Firenze da Matteo Salvini. Le parole sono dirette al messaggio del leader di Forza Italia sulla possibile collaborazione in Ue con Lega ma non con i suoi alleati, parole prese per un “tentativo senza speranze di spaccare il fronte sovranista davanti ai risultati che lo vedono in forte ascesa” .
Attesi nel capoluogo toscano oltre ai tedeschi anche i francesi del Rassemblement National, guidati dal presidente enfant prodige Jordan Bardella. “Le Pen non presenzierà”, spiegano da Id, “era già presente a Pontida” rassicurano per spiegare che non si tratta di una mancanza d’impegno. In arrivo anche le delegazioni dei sovranisti portoghesi e austriaci.

Nuvole invece sulla presenza dell’olandese Geert Wilders, leader sovranista incoronato vincitore delle elezioni nei Paesi Bassi settimana scorsa. Dal gruppo di Identità e democrazia confermano la presenza ma in mattinata fonti interne alla delegazione raccontano di dubbi dell’ultimo minuto legati al profilo più moderato da tenere in questi giorni di trattative su un eventuale mandato per formare un esecutivo. Trattative che però sembrano saltare mercoledì sera quando ​il leader del Nuovo contratto sociale (Nsc), Pieter Omtzigt, possibile ago della bilancia per la formazione di un governo di destra in Olanda annuncia che “per il momento” non intende negoziare con l’ultradestra (Pvv) di Geert Wilders, spianando così la strada di Firenze all’olandese.

Tema centrale dell’evento toscano la strategia per le europee 2024, “fermare la de-europeizzazione dell’Ue e lo smantellamento dello stato di diritto portato avanti dalla Commissione Ue di Ursula von der Leyen”, è la parola d’ordine secondo Beck, “serve una nuova Commissione, un passo fondamentale per una nuova Europa”, commentano invece dalla delegazione lepenista. Nel mirino della destre infatti c’è prima di tutto lei, Ursula von der Leyen, la presidente della Commissione europea e la sua grande coalizione fatta da liberali-socialisti-popolari che con lei a capo dal 2019 guida l’Ue. Ogni nuova maggioranza europea che si sposti anche di un solo passo più a destra “deve partire dalla sostituzione di Von der Leyen”, spiegano dalla Lega, mettendo come mittente i colleghi di governo, soprattutto quelli meloniani, intenti a tessere alleanze che che potrebbe invece regalare alla presidente un nuovo mandato europeo a maggioranze variabili.

Messaggio che non deve volare lontano per arrivare al mittente: l’altra metà della destra europea, il gruppo meloniano di Ecr, ha scelto invece Pistoia per il suo summit sull’ambientalismo conservatore, che sabato vedrà gli interventi del capo delegazione Carlo Fidanza, dello spagnolo di Vox Mazaly Aguilar, nonché la presenza del capogruppo Nicola Procaccini e del ministro Francesco Lollobrigida. A Pistoia sabato sarà dura parlare di sola agricoltura,  infatti “sarà un anticipo della polemica del vertice leghista”, commentano da Ecr. 

Le due diverse famiglie delle destre europee separate dunque solo da 50 km di autostrada in Italia, ma sempre più distanti in Europa. E l’invito di Salvini a Firenze infatti punta anche a riavvicinare i due gruppi, nonostante le spallate di Tajani, un’opera di equilibrismo che vede il leghista provare a esportare il modello della maggioranza italiana in Europa. Ma è un prodotto difficile da vendere ai colleghi francesi e tedeschi, che in casa viaggiano entrambi sopra al 20 per cento e a cui le alleanze non interessano. AfD e Le Pen corrono soli e contro tutti, è la locomotiva franco-tedesca del sovranismo, un duo che ha in testa solo di ribaltare l’Europa.