Ansa

L'appuntamento

Tajani chiude a Salvini. "Non saremo a Firenze con i sovranisti europei"

Redazione

Bocciata la kermesse di domenica a Fortezza da Basso. Identità e democrazia non è "in sintonia con il Ppe. Ma in fondo neppure con la Lega", dice il ministro degli Esteri, sulla scia delle dichiarazioni di Weber. "L'Afd vuole classi separate per i bambini disabili. Fanno ribrezzo"

"Non siamo stati invitati, quella è una kermesse di Id", il gruppo dei sovranisti europei "Identità e democrazia", dice il ministro degli Esteri Antonio Tajani in un'intervista a Repubblica. E chiude così a ogni possibile partecipazione di Forza Italia (e indirettamente quindi del Ppe), all'evento annunciato ieri dall'altro vicepremier, il leghista Salvini, e previsto per domenica prossima a Firenze.

  

Il ministro delle Infrastrutture aveva invitato a partecipare all'evento tutte le forze "che non vogliono i socialisti" al governo dell’Ue. "Chi vota per noi sa che non vedrà mai la Lega in maggioranza con i socialisti: siamo disponibili a fare maggioranze solo di centrodestra. Oggi le tre forze di governo sono in tre gruppi diversi in Europa, dunque è impensabile un'iniziativa comune con chi sta con i socialisti, ma l'obiettivo ultimo è riunire tutti, e la stessa inclusività mi aspetto dagli altri", ha detto ieri il leader del Carroccio. E, in riferimento proprio ai suoi alleati di governo, ha aggiunto: "È poco costruttivo dire non si governa mai con Le Pen o Wilders". Al segretario leghista – che pure ha specificato di non essere in competizione né con Meloni né con Tajani – quelli posti da FdI e FI ai partiti dell'eurogruppo sovranista paiono "veti incomprensibili". Salvini si è detto dispiaciuto "se qualcuno del centrodestra preferisse la sinistra agli alleati del centrodestra".

 

Tajani già qualche mese fa aveva criticato duramente il paritito tedesco Afd, uno degli alleati della Lega in Europa e che domenica sarà al raduno di Firenze. "Mi fanno schifo. Hanno una cultura nazista", aveva dichiarato il ministro degli Esteri. E oggi Tajani risponde, senza girarci intorno, anche a Salvini. "Ricordo che io ho guidato il Parlamento europeo senza i voti del Pse, dopo aver sconfitto un candidato socialista. Con un'alleanza fra popolari, conservatori e liberali", dice. "Altre forze non sono in sintonia con il Ppe. Ma forse neppure con la Lega, che con una sua ministra, Locatelli, porta avanti politiche opposte a quelle di Afd, che vuole classi separate per i bambini disabili. Una cosa che fa ribrezzo".

 

Le dichiarazioni di Tajani sono del resto perfettamente in linea con quelle che il leader del Ppe Mafred Weber ha ribadito anche oggi al Foglio. Weber ha tracciato un solco netto sul terreno delle destre europee per dividere quelli da cui stare alla larga da quelli con cui si può pensare di lavorare assieme. “La nostra è una linea chiara, fatta dalla congiunzione di tre punti fondamentali e irrinunciabili: per stare con noi bisogna essere pro Europa, pro Ucraina e Israele e garanti dello stato di diritto”, ha spiegato. Insomma, Meloni sì, Le Pen no.

      

Tajani è tranchant anche sul falco olandese Geert Wilders, reduce della vittoria alle elezioni dei Paesi Bassi e tra gli ospiti di Firenze. "È lo stesso che diceva che non bisognava dare soldi del Pnrr all'Italia. Posizione difficilmente sostenibile, mi pare". Ma da qui a domenica, la presenza del sovranista olandese, leader del Partito per la Libertà (Pvv) alle prese con il complicato tentativo di formare una coalizione di governo nel suo paese, non è assicurata. Delle 14 delegazioni attese a Fortezza da Basso mancherebbero anche altri leader importanti: dalla leader di Afd Alice Elisabeth Weide che manderà Tino Chrupalla in sua vece alla francese Marine Le Pen che sarà presente solo in collegamento.