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il caso

"Basta armi a Israele", dice Conte. Ma dal 7 ottobre l'Italia non ha autorizzato nessun invio

Il leader del M5s fa una nuova arringa pacifista alla Camera: "Non vorremmo che sopra le bombe di Gaza ci sia il nome dell'Italia". Ma dall'attacco di Hamas a oggi il governo non ha approvato nessuna operazione verso Tel Aviv

"Abbiate la forza di sospendere, pur temporaneamente, la fornitura di armi a Israele. Il mio esecutivo lo ha fatto con altri paesi. Cosa serve per questa misura? Una sola cosa, quella che vi manca: il coraggio". L'attacco al governo Meloni è del presidente del M5s Giuseppe Conte, che oggi durante un question time del vicepremier Antonio Tajani alla Camera ha giocato la carta del "non in nostro nome": "Non vorremmo che sopra le bombe di Gaza ci sia il nome dell'Italia e la sua vigliaccheria". 

Ma secondo quanto risulta da fonti della Difesa, dal 7 ottobre non è passata dall'Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento (Uama) nessuna operazione verso Israele. L'unico supporto che il governo italiano ha dato all'esercito di Israele è l'invio 346 addestratori. 
 

Nel 2023 l'Italia ha autorizzato solo operazioni molto piccole, per un totale di 10 milioni, che riguardano sostanzialmente sistemi di comunicazione radio.

Tra il 2013 e il 2022, invece, le aziende italiane hanno venduto a Israele armamenti per un valore pari a quasi 120 milioni di euro: in media circa 12 milioni di euro all’anno, come scrive Pagella Politica. La cifra emerge dall'analisi che il sito di fact checking ha fatto consultando le relazioni sulle esportazioni e le importazioni di armi, presentate periodicamente in Parlamento. 

In particolare gli anni dei governi gialloverde e giallorosso sono quelli in cui il valore delle esportazioni di armi italiane in Israele è stato maggiore: nel 2019 si è raggiunto il picco con 28,7 milioni di euro. 

 

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