Pier Ferdinando Casini - Foto Ansa

1983-2023

Via libera alla commissione sul caso Orlandi. Casini si astiene: "È una deriva" 

Nicolò Zambelli

Il Senato approva l'avvio di un'inchiesta parlamentare sui casi di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, sparite nel nulla nel 1983. "Così si seguono sollecitazioni di talk show o inchieste giornalistiche di affidabilità tutta da dimostrare", dice l'ex presidente della Camera

Nella mattinata di oggi, dopo due giorni di rinvii, il Senato ha approvato l'istituzione di una commissione d'inchiesta sui casi di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, le due ragazze scomparse tra maggio e giugno del 1983, su cui ancora oggi, dopo quarant'anni, non si è arrivati a una verità. "Sono contento, aspettavo con fiducia questa notizia. Questa commissione potrà fare tantissimo" ha commentato Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela, che ha assistito all'audizione. Tutta l'Aula ha votato a favore, meno che due senatori: Pier Ferdinando Casini e Maurizio Gasparri, entrambi convinti che questo strumento non serva per arrivare a risolvere un caso vecchio di quasi mezzo secolo. Anzi, l'istituzione di una commissione d'inchiesta parlamentare - che si aggiunge a due filoni di indagini già in corso - "crea precedenti pericolosi", dice Casini al Foglio, avvertendo del rischio che questo metodo diventi una prassi anche per qualsiasi altra indagine futura.

"Oggi, in presenza di duplici indagini giudiziarie, si insedia una commissione a quarant'anni dagli eventi seguendo in gran parte sollecitazioni di talk show o inchieste giornalistiche di affidabilità tutta da dimostrare", dice il senatore ed ex presidente della Camera. Che poi fa un discrimine: un conto, dice, è la creazione di commissioni per situazioni come "gli eventi tipo P2 Anselmi", ma il discorso è diverso quando si assiste alla "moltiplicazione di commissioni di inchiesta" fuori controllo e "utilizzabili strumentalmente da una maggioranza politica". Da qui la lettura secondo cui "il Parlamento è totalmente lateralizzato e cerca di recuperare terreno appropriandosi di spazi che non gli competono". 

Già nella giornata di ieri il senatore aveva espresso la sua contrarietà alla risoluzione: il suo voto sarebbe dovuto essere un "no". Oggi, invece, l'astensione, giustificata come gesto di "rispetto per la famiglia" delle due ragazze scomparse. Pietro Orlandi, che nelle scorse ore ha attaccato Casini sui social per la sua contrarietà alla commissione, dopo il voto ha preferito non esprimersi sulle scelte del senatore.

Insieme a Gasparri, Casini è l'unico dell'Aula che non ha votato a favore della risoluzione: "È il dovere degli anziani non compiacere a ciò che si vede come una deriva. Le opinioni cambiano rapidamente tra maggioranza e opposizione a seconda delle presunte convenienze soggettive", conclude (aggiungendo al messaggio inviato al Foglio un'emoji che piange).