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Contro Mastro Ciliegia

Il vero indizio sul caso Orlandi

Maurizio Crippa

Quarant'anni sono passati dalla scomparsa e i nuovi documenti sono stati trasmessi alla procura di Roma. Ma leggendo i giornali, si capisce perché non è mai stata ritrovata: la sciatteria stilistica con cui giornalisti di ogni foggia ne hanno scribacchiato a caso per quattro decenni

Dunque cade il quarantesimo anniversario della scomparsa di Emanuela Orlandi, 22 giugno 1983. Quello di Mirella Gregori era caduto il 7 maggio, con meno clamore, nessuno del resto ha mai capito perché la sua tragica scomparsa sia stata collegata a quella della coetanea. Comunque, nelle scorse settimane il Promotore di giustizia vaticano ha trasmesso “tutta la relativa documentazione”, in parte nuova, alla procura di Roma.

Dai giornali, però, forse un indizio chiaro del perché Emanuela Orlandi non sia mai stata ritrovata emerge: è l’incresciosa sciatteria dei giornalisti che da quarant’anni ne scarabocchiano senza un minimo di stile e aderenza di rappresentazione. L’Italia “a trazione democristiana che si preparava a farsi di lato davanti all’irruente ascesa di Bettino Craxi”, “la Guerra Fredda, gli scandali finanziari, le guerre di potere”, “Oltretevere comandava il Papa-sciatore”. Sciatore? Walesa, “un elettricista abituato a sentire messa ogni mattina”, “Marcinkus, il suo sigaro e la fama di donnaiolo”, “la baronessa Rothschild morta in circostanze misteriose”. Quarant’anni di ciarpame siffatto, e ci stupiamo che non l’abbiano mai trovata. (Ah, era il Corriere).

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"