Governo

Tajani: "Ricci ha danneggiato Fi". E Mediaset ora non vuole il vicepremier

Carmelo Caruso

Mentre al Senato sta vicino alla presidente del Consiglio, il partito ribolle. I ronzulliani sono stati banditi da Mediaset (costretta a invitare il ministro degli Esteri che fa "perdere ascolti")

Ci vorrebbe un amico, ci vorrebbe Tajani. Antonio Tajani soffre se Meloni soffre, ma se Meloni soffre, Tajani è straziato. E’ l’unico ministro che gira con il fazzolettone in tasca come Marcel Proust. Prima regola dei gentiluomini: portare sempre un fazzoletto per presentarsi in società e per asciugare le lacrime di una dama. Al Senato, per le comunicazioni della premier, è il primo ad arrivare. Se serve getta pure il sacco della plastica. Ogni donna italiana dovrebbe avere un Tajani. Ministro? “Un attimo, che finisco con Maurizio”. Maurizio sarebbe Gasparri, vicepresidente del Senato. Alla Camera, c’è Paolo Barelli, il capogruppo. Questa è la threesome di Forza Italia. Ministro? “Che c’è?”. Le premier è ancora infuriata con Mediaset. Non le passa. “Le scrivo continuamente, la chiamo, le sono vicino. Non sapevo nulla dell’audio. Il suo dolore è il mio”. Dicono che da parte di Mediaset ci sia dossieraggio. “Ma chi lo dice?”. Federico Mollicone di FdI al Foglio. “Ah, vabbè”. Eh no. “Anche io sono stato vittima di Ricci”. Ranucci e Ricci. Un asse. Ranucci smentisce. Lo sa? “E’  vero. C’è un asse tra di loro”. Prima Striscia e poi Ranucci contro Berlusconi, domenica scorsa. “E’ la prova che pure noi siamo sotto attacco. Ci hanno danneggiato”. Un deputato di FI: “Qui il vero obiettivo è il nostro Antonio.  Gli vogliono tagliare il ciuffo come a Giambruno”. Il governo è finito in barberia.


Ministro Tajani, ci aiuta? “Ma come ve lo devo dire. Non sapevo nulla”. Il complotto, che è come le nuvole, si è spostato dalle parti di Forza Italia. Alla Camera, Enzo Amendola, l’ex ministro per gli Affari Europei, del Pd, nota che il vicepremier è infaticabile. Racconta Amendola: “L’altro giorno era al Cairo e poi in Basilicata. Cairo-Potenza. Si deve occupare del partito e di Hamas. Non lo invidio”. Travolti dal caso Giambruno e dal suo ciuffo, che ha tagliato (a proposito, Mauro Crippa, il direttore dell’Informazione Mediaset, lo vuole portare dalla maga di Seregno per togliere il malocchio) ci siamo dimenticati che la capogruppo al Senato di Forza Italia è Licia Ronzulli. Pochi lo sanno ma a Mediaset i ronzulliani sono all’indice neppure fossero ugonotti. Da Cologno: “C’è il divieto di invitarli”. Sono Mulé e Cattaneo. Da mesi vanno in esilio su La7. A febbraio, Forza Italia va invece a congresso e i più accorti hanno notato che a Monza la prima a festeggiare la vittoria di Galliani è stata “Licia”. Ministro, ma i tuoi rapporti con l’area ronzulliana? “E che devo fare più di così? Licia è capogruppo al Senato!”. Ma in Forza Italia è sicuro che vada tutto bene? “Ci sono dei movimenti, ma è tutto sotto controllo”.  Marina Berlusconi, per aiutarlo, ha fatto sapere che “stima Meloni”, il che significa che stima pure Tajani. E però, si torna sempre alla televisione. A Mediaset sono costretti a invitare Tajani, ma Tajani purtroppo non fa ascolti, anzi, “diciamo che quando arriva lui gli ascolti si ammosciano”. I big se lo rimpallano: “Questa settimana lo inviti, tu. No, tocca a te”. Gli autori Mediaset lo definiscono “l’ammazzascolti” che, attenzione, non significa voti, ma vai a spiegarlo ai parlamentari di FI. Lui, Tajani, al Senato, mostra i sondaggi: “Guardate, la freccia vola di FI verso l’alto”. Salvini, che si guarda bene dal partecipare a questo gnommero, gli ha chiesto di convocare l’ambasciatore turco. E Tajani? “Ascolterò le parole del vicepremier”. Ma poi ci sarebbe il caso Sgarbi. Tajani: “E io che c’entro? Sgarbi fa Sgarbi”. Ecco, Sgarbi fa Sgarbi, Ricci fa Ricci, Ranucci fa Ranucci e poi c’è Tajani che fa Tajani: “Meloni sa che le vogliamo bene”. Con il suo fazzoletto asciuga le lacrime di governo. E’ l’orsacchiotto della nazione. Morbido. Tenero. Trudi Tajani.

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio