Silenzio, non parla Elly

Salvatore Merlo

Dalla guerra d’Ucraina alla pesca dell’Esselunga, elogio del dolce non pensar nulla di Schlein

Vorremmo per una volta spezzare una lancia a favore di Elly Schlein che non guarda la televisione e dunque mercoledì, col suo implacabile sorriso, ha spiegato di non  avere visto lo spot sulla pesca dell’Esselunga. Ecco. Finalmente una che evita di commentare solennemente ogni caduta di foglia. La cosa insomma è assolutamente apprezzabile, anche se in realtà probabilmente Schlein lo spot dell’Esselunga alla fine lo  vedrà (sebbene tra dieci giorni, che è il suo tempo medio di reazione: tipo la visita a Lampedusa).

   

Ma questi sono dettagli. Il punto fondamentale è che vorremmo anche noi, come ella, anzi come Elly, rivendicare finalmente il diritto a non pensare niente. Le spese militari vanno abbassate sì o no? “Meglio pensare a una difesa comune europea”.  Sublime. Anche noi vorremmo essere come ella, anzi Elly, che  rifugge dai giudizi precipitosi, li pensa e li ripensa due o tre e magari anche dieci volte. Ma al momento giusto si pronuncia, ed è inesorabile: “Quando andremo al governo decideremo”.

 

È proprio per questa ragione che  pure noi vogliamo manifestare qui, pubblicamente, approfittando di questa colonna di giornale, la libertà del non mi esprimo (l’orsa del Trentino va abbattuta? “Non ho letto la sentenza”). Ci riferiamo a quella facoltà del non voglio dire nulla (che dobbiamo fare col termovalorizzatore di Roma? “Ma qua siamo in Toscana, mica a Roma”), che è chiaramente l’estremo rifugio dell’individuo davvero riflessivo, ciò che in pratica connette idealmente la guerra d’Ucraina con le pesche dell’Esselunga verso l’approdo definitivo del silenzio. Del nulla. È proprio così che si affina la capacità di giudizio, l’equilibrio e in definitiva anche la leadership.

  

Quando i suoi nipotini un giorno le chiederanno: “Ma tu, nonna Elly, sei stata segreteria del Pd?”, ella risponderà: “Bisogna vedere”. Grava una sola ombra, in questa sapida atmosfera di profonda meditazione, di silenzio raccolto e di ponderazione, ovvero che nel Pd  nessuno sa quale sia in generale la linea. E non soltanto sulle pesche. Ma sembra che la segreteria abbia già affrontato il problema risolvendolo a modo suo: prima procedere alla riconferma della linea e poi fissarla.

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  • Salvatore Merlo
  • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi universitaria in Inghilterra. Ho vinto alcuni dei principali premi giornalistici italiani, tra cui il Premiolino (2023) e il premio Biagio Agnes (2024) per la carta stampata. Giornalista parlamentare, responsabile del servizio politico e del sito web, lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.