il colloquio

Una road map pd per l'immigrazione. Parla Matteo Orfini

Marianna Rizzini

"Bisogna smetterla con la retorica sugli accordi bilaterali con i dittatori africani e rilanciare un modello incardinato sulla cooperazione internazionale", dice il deputato dem

I migranti a Lampedusa, la tensione Roma-Berlino, la polemica Lega-Germania sulle ong, il faccia a faccia tra la premier Giorgia Meloni e il presidente francese Emmanuel Macron, i sindaci e i governatori che denunciano l’ingestibilità sul campo, le differenze di opinione all’interno della destra e del governo. Il Pd, principale partito d’opposizione, ha la possibilità di mettere in campo un’idea, una strategia, una road map alternativa. Quale? Il deputato Matteo Orfini, da sempre impegnato sul fronte immigrazione, vede un percorso in cinque punti. “Se è vero che la destra ha fallito”, dice Orfini, “visto che oltretutto da un anno parla quasi solo di questo argomento, dobbiamo essere molto chiari su quello che faremmo noi se fossimo nella posizione di gestire una situazione del genere. Per questo penso sia fondamentale, per prima cosa, smetterla con la retorica sugli accordi bilaterali con i dittatori africani. Non hanno funzionato. Certo, questo tipo di politica è stata implementata anche in precedenza dalla sinistra, ai tempi di Marco Minniti e Paolo Gentiloni, ma si è capito nel tempo che non è la strada giusta. Dobbiamo quindi smontare questo meccanismo e rilanciare un modello incardinato sulla cooperazione internazionale. Per fare questo, serve un investimento. Chiediamo al governo quanto pensa di destinare a questo capitolo nella legge di bilancio. I tempi sono stretti. E’ necessario, ora, avere chiara l’entità della cifra prevista”.

 

Secondo punto: “Il rapporto con l’Europa. A mio avviso, il cosiddetto piano Von der Leyen non è risolutivo, e non capisco perché Giorgia Meloni abbia rinunciato a chiedere aiuto sulla redistribuzione dei migranti. Come ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ‘le regole di Dublino sono preistoria’, e bisogna andare verso nuove regole e un accordo comune”.

 

Terza tappa della possibile road map, dice Orfini, “lavorare per evitare che si seguano canali illegali, anche perché, come dichiarato dallo stesso governo, sono stati previsti 452 mila ingressi rispetto a un fabbisogno rilevato di 833 mila unità. Questo significa cambiare la Bossi-Fini e aprire vie regolari all’immigrazione”.

 

Al quarto punto di un’ideale agenda immigrazione Pd, Orfini mette “il ribadire l’urgenza di una missione internazionale, una nuova Mare nostrum che possa permettere di salvare vite umane nel Mediterraneo ed evitare i disastri di quest’estate. Resta cruciale insomma il tema della distribuzione nei vari porti, per impedire la concentrazione dei flussi in un unico punto di approdo, con conseguente congestione e facile creazione di una situazione esplosiva. Va rimesso in moto in fretta un meccanismo di solidarietà, se non si vogliono avere emergenze continue e concentrate in alcuni luoghi di primo arrivo”.

 

Quinta priorità, “la gestione del sistema di accoglienza migranti secondo il principio dell’accoglienza diffusa”. E’ quello che chiedono molti sindaci e governatori, di sinistra e di destra, amministratori che devono poi gestire i flussi sul territorio. “Sono stati tagliati i fondi”, dice Orfini, “ed è stato smantellato un sistema di accoglienza che permetteva la creazione di piccoli nuclei distributivi nei vari comuni, cosa che facilitava l’integrazione, a differenza delle tendopoli. Il problema maggiore, a mio avviso, non è la gestione quanto la prevenzione dell’emergenza”.

 

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.