(foto Ansa)

l'intervista

Rizzetto (commissione Lavoro): “Ora un'indagine conoscitiva sull'IA"

Luca Roberto

Il deputato di Fratelli d'Italia spiega come l'organo parlamentare cercherà di chiarire l'impatto dell'intelligenza artificiale sul mercato del lavoro italiano: "Audiremo ministri, imprese come Open Ai, esperti. Non abbiamo pregiudizi, ma la politica prima di decidere deve capire"

Su come l’intelligenza artificiale impatterà sul lavoro lanciamo un’indagine conoscitiva. A occuparsene sarà la commissione Lavoro della Camera”. A rivelarlo al Foglio è il presidente Walter Rizzetto, esponente di Fratelli d’Italia. “Avremo un approccio informativo. Consulteremo ministri, aziende, esperti. Non partiamo da una posizione pregiudiziale. Ma vogliamo indagare quale potrebbe essere l’impatto del fenomeno sul mercato del lavoro italiano. Dalla nostra indagine potranno nascere delle norme specifiche a beneficio del governo e del Parlamento”. Per la conclusione dei lavori c’è già una data: 31 marzo 2024. “Ma contiamo di finire ancora prima”, spiega Rizzetto. Ed è già in programma la prima audizione: “Ascolteremo il ministro del Lavoro Marina Calderone”. Sul tema è risaputo quanto anche la premier Giorgia Meloni sia interessata a studiare soluzioni.

 

Come spiega ancora Rizzetto, “sono molti i settori che verranno toccati dallo sviluppo dell’intelligenza artificiale: la logistica, la sanità, l’editoria, le traduzioni. E’ per questo che dovremo cercare di comprendere i possibili risvolti. Sapendo che gli sbocchi potrebbero essere due: un effetto integrativo, che migliori la produttività delle aziende. E questo sarebbe positivo. O un effetto di sostituzione, che potrebbe avere un impatto molto deleterio sui posti di lavoro. Sono temi su cui la letteratura scientifica s’interroga almeno dagli anni 80. Guardate, per esempio, agli studi che pubblicava la Bank of America”.  Proprio ieri, intervenendo in audizione presso la commissione Attività produttive della Camera, l’Head of Government Affairs and Public Policy di Google in Italia, Diego Ciulli, ha voluto tranquillizzare i parlamentari. “Non è vero che l’aumento della  produttività porta all’aumento della disoccupazione, questo è un dibattito sostanzialmente identico a quello affrontato da Keynes sui rischi insiti nella tecnologia. In Italia l’introduzione dell’intelligenza artificiale porta casomai al contrario, cioè a un incremento di posti di lavoro”, ha detto. Annunciando la presentazione di un report sull’utilizzo dell’IA da parte delle aziende sul territorio, capace secondo la multinazionale americana di abbattere i costi del Made in Italy fino al 10 per cento per chi adotta processi di automazione. Un messaggio di distensione arrivato nei mesi scorsi anche da Open Ai, azienda che ha portato sul mercato ChatGPT, secondo cui “questo strumento elimina compiti e mansioni, non posti di lavoro”, come aveva sempre ribadito in Parlamento.

 

A riprova della volontà di coinvolgere i big player dell’innovazione, il presidente della Commissione Lavoro fa sapere al Foglio che saranno tutti auditi anche per questa indagine conoscitiva, “da Open Ai a Google passando per Apple e Amazon”. Non solo. Come detto, un passaggio verrà fatto anche con le aziende, italiane e non, che sistemi d’intelligenza artificiale li hanno già introdotti nelle loro quotidianità: si fanno i nomi, tra gli altri, di Toyota, Sky Italia, Manpower, Lavazza e Intesa San Paolo. Ma le audizioni partiranno dalla politica, e cioè dalla ministra del Lavoro Marina Calderone, perché “proprio le politiche attive del lavoro sono un caso specifico in cui sarà possibile osservare una certa applicazione dell’intelligenza artificiale”, spiega ancora Rizzetto. Sul punto, durante le ultime settimane, era stata la stessa premier Meloni a pronunciarsi. Al G20 di New Delhi aveva posto il tema in una serie di incontri bilaterali con i leader mondiali, ribadendo come l’innovazione a proposito di IA vada governata a livello internazionale, altrimenti si rischia una “disumanizzazione” pericolosa. Tanto che l’obiettivo di questo governo è inserire uno specifico focus nell’ambito del prossimo G7, che si svolgerà in Puglia nel 2024. “E’ per questo che il nostro lavoro si concilierà con le sensibilità espresse dall’esecutivo”, dice Rizzetto. A cui facciamo notare che però, come nel caso della contrarietà al Pos, alla volontà di dismettere lo Spid, anche nell’indagare lo sviluppo dell’intelligenza artificiale questa maggioranza potrebbe scoprirsi poco adusa alle innovazioni tecnologiche. “Ma io penso che il nostro approccio vada esattamente nella direzione opposta. Sappiamo che dopo il Covid le trasformazioni sono e continueranno a essere rapidissime. E alla politica rimane in capo una grande responsabilità: quella di dover capire a fondo prima di poter decidere compiutamente. Senza alcun tipo di preconcetto ideologico”.

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