Viale Mazzini

Il Giambruno della Rai. Inguaia la moglie, promuove l'amico. Non solo Foa!

Carmelo Caruso

Roma. Abbiamo trovato il Giambruno della Rai, il maschio  che non è all’altezza della moglie. Fa di nome Roberto Pacchetti, ed è condirettore del Tgr Rai, la Barbieland leghista (Marcello Foa è Barbie stramba). Il direttore vero si chiama Alessandro Casarin, ma tutti sanno che a dirigere è Pacchetti. Ebbene, questo Ken Giambruno, che vuole oscurare Barbie, come il vero con Meloni, fa male alla compagna che si è meritata l’incarico di capo del politico del Tgr Lombardia. Pacchetti si ostina infatti a mantenere la “delega” sul Tgr lombardo e quella sul personale Tgr. Da condirettore ha appena promosso un altro maschio, smanioso, leghista,   ancora uno che fa “concorrenza in casa”. Sono una categoria: sono  gli ossigenati italiani che tolgono il respiro alle donne italiane.


Il Giambruno minore, che Pacchetti ha indicato caporedattore del Tgr Sardegna (è stato comunicato alla redazione) è Ignazio Artizzu. E’ marito di Incoronata Boccia, a sua volta, nominata vicedirettrice del Tg1. Lui è della Lega, lei di Fdi. Ormai è noto: in Rai, e al governo, si fanno le riunioni e lavatrici insieme. Era da settimane, da quando Artizzu è rientrato in Rai (e si capirà perché) che si ragionava della sua nomina, ma è sembrato troppo pure all’Usigrai, il sindacato impegnato ad ascoltare, ogni mattina, su Radio 1, Marcello Foa, Barbie stramba (ieri ha offerto asilo radiofonico a Massimo Citro Della Riva, il medico sospeso dall’Ordine, uno svalvolato antivaccinista). Da quarantacinque giorni, Artizzu si è dimesso da capo ufficio stampa del governatore sardo Solinas. Anche lui è leghista. Insieme hanno condiviso la campagna elettorale, campagna che ora, Artizzu, gli vuole apparecchiare da caporedattore del Tgr Sardegna. Per due legislature, Artizzu è stato consigliere della Lega (nel 2004 e nel 2014) e se solo i sardi, nel 2019, non lo avessero bocciato ne avrebbe fatto una terza. Come detto è solo un Giambruno minore, del minore, e non merita spazio se non come prova che la Tgr è un’altra emergenza Rai, come lo è Rai news e come gli ascolti, a partire da quelli di Agorà, il programma mattutino di Rai 3 che segna il rosso (e non sono i comunisti) sceso al tre per cento di share. Al Tgr sono 850 giornalisti allo sbando, guidati da un direttore come Casarin, uno che ha collezionato due sfiducie in due anni, 2021 e 2022, e che in Rai chiamano “chi l’ha visto?”. Il suo facente funzione è il Giambruno Ken Pacchetti, un direttore che abbiamo trascurato, un flâneur.

 

E’ dal 2018 che, come  Goethe, viaggia in Italia. Fa il giro delle sedi locali, ovviamente in missione Rai, e si fa fotografare come i cinesi in osteria. In Toscana, dove dovrebbe andare (la redazione  parla di “atteggiamenti aggressivi, autoritari, intimidatori” del caporedattore) si guarda bene dal trasferirsi. A Genova, si immortala dentro l’ascensore, mentre in Piemonte offre un assaggio della sua lingua forbita: “Vista incantevole, tempo demmerda”.  Da anni confonde la direzione del Tgr per il programma Linea Verde e non si capisce perché, Angelo Mellone, il direttore patriota Rai del day time, il Soldati poesia e provolone, non gli abbia ancora affidato un programma di territorio. Quando la redazione intera del Tgr ha sfiduciato il suo compagno di banco,  Casarin, e dunque pure lui, Pacchetti, che usa i social così come Foa usa il microfono, ha risposto: “Fatti e non pugnette”. Soffre senza dubbio di uno sdoppiamento di profilo. Ha avuto il coraggio di aggiungere che i grandi risultati del Tgr sono possibili grazie “all’impegno delle redazioni che lavorano tanto e parlano poco”. Basta lui a compensare il silenzio degli altri 849. Stando ai fatti, non pugnette!, come pretende Pacchetti, è incomprensibile come l’ad Rai, Roberto Sergio, un ad rigoroso, non chieda a Ken Pacchetti Giambruno di lasciare la delega del Tgr Lombardia, il suo maniero, e liberare la moglie, Paola Colombo, che si è meritata la promozione, sul campo, quella che suo marito macchia. Perfino l’Usigrai, che non è certo un sindacato amico della destra, ha provato tenerezza nei confronti della collega. Al Tgr Lombardia,  la redazione, una settimana fa, ha pure votato e si è espressa contro la delega a Pacchetti. Il voto è finito con un plebiscito: su 55 aventi diritto hanno votato in  48 e ben 41 hanno sollevato un problema di opportunità e chiesto a Pacchetti di farsi da parte. Sia Pacchetti sia Casarin se ne sono infischiati. Hanno risposto con una lettera modello Commissione europea. Sono già passati al premierato Rai o forse hanno confuso la redazione per la loro banlieue. Solo Matteo Salvini, che vicino alla sua Francesca Verdini, sta sempre un passo indietro, può chiedere a Pacchetti, e Casarin, di andare a fare surf, in Sardegna, con Artizzu. Solo lui può togliere le stellette a questo Giambruno Rai che ha già dimostrato di non meritarle: non è capace di fare un piccolo sacrificio per la compagna pur di restare il direttore del suo caporedattore.

 

  • Carmelo Caruso
  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio