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I sindaci della crescita/4. Viaggio lungo la A4 (e dintorni)

La Tav, le tasse, lo stop alla crescita. Da Vicenza parla Giacomo Possamai

Marianna Rizzini

"Una volta esaurita la spinta del Pnrr e del Superbonus, c’è il rischio, a prescindere dalla questione salario minimo, che il paese precipiti di nuovo all’indietro"

Giacomo Possamai è sindaco di Vicenza dal 29 maggio di quest’anno, quando ha vinto con il 50,54 per cento sul centrodestra, dopo una campagna elettorale in cui il candidato pd aveva fatto sapere alla neosegretaria Elly Schlein di potersela cavare da solo. Nel senso che, a pochi giorni dal ballottaggio, aveva dichiarato di voler “trasmettere un messaggio su misura per la città” con una coalizione larga che comprendeva Pd, Terzo Polo, Avs e persino l’ex vicesindaco di Forza Italia Matteo Tosetto. E talmente era larga la coalizione “pensata per Vicenza”, diceva allora Possamai, che l’aspirante sindaco aveva evitato la “sfilata di big”. Niente Schlein, quindi, e neanche Stefano Bonaccini (che Possamai aveva votato alle primarie), in ossequio al concetto della territorialità del confronto elettorale, motivo per cui aveva invece voluto ascoltare altri amministratori locali, dal sindaco di Milano Giuseppe Sala a quello di Firenze Dario Nardella a quello di Padova Sergio Giordani a quello di Mantova Mattia Palazzi a quello di Verona Damiano Tommasi. E il concetto di territorialità rende poi impossibile a un sindaco di una città del nord produttivo, dice oggi Possamai, di fermarsi al pur importante concetto di salario minimo, citato anche dagli imprenditori a Cernobbio: “La priorità ora è legata al Pnrr, per quanto riguarda i Comuni. Continuo a non capire da dove arriveranno le risorse in sostituzione ai fondi per cui è stato previsto un taglio. E’ stato detto dai fondi di coesione, restiamo in attesa degli sviluppi. Certo è che molte aziende contavano sui progetti previsti nel quadro del Pnrr e temono questa riduzione di spesa per gli enti locali. Non si può prescindere da questi temi, come pure non si può trascurare la questione Sanità: in Veneto, dove era di alto livello, ci sono molte difficoltà. Il governo deve occuparsene, l’opposizione deve tenerla ai primi punti dell’agenda e incalzare la maggioranza perché non si perda più tempo”. C’è poi un timore da non sottovalutare: “Una volta esaurita la spinta del Pnrr e del Superbonus, e al netto della crisi post-pandemia, c’è il rischio, a prescindere dalla questione salario minimo, che il paese precipiti di nuovo all’indietro nonostante la ripresa. Si guardi quello che accade in Germania: in Veneto non possiamo non preoccuparci in prospettiva, avendo rapporti stretti con l’industria tedesca”. C’è poi il tema infrastrutturale, dice il sindaco: “Qui si attende la realizzazione di alcuni tratti della Tav Torino-Vicenza, opera arrivata al progetto finale, necessaria in un’area altamente industrializzata dove, in alcuni tratti, si ha ancora il treno a gasolio. Nel nord produttivo gli investimenti sulle infrastrutture sono urgentissimi, lo diciamo e lo diremo forte”. Intanto, a fine agosto, il sindaco ha dato il via agli incontri con le circa duecento famiglie interessate dagli espropri preliminari al passaggio della Tav, per illustrare le modalità degli indennizzi e i tempi. Come dire: attenzione ai bisogni della cittadinanza senza però fermarsi lungo la strada del pragmatismo, concetto che gli amministratori locali eletti per il centrosinistra condividono, pur faticando a volte a farsi capire al Nazareno. Intanto, a Vicenza, dice Possamai, l’altra urgenza si chiama immigrazione, intesa come “gestione dei flussi di persone che non possono più essere  concentrate in un unico hub. E’ un modello a mio avviso sbagliato che presenta oltretutto molti problemi di ordine pubblico. Servirebbe  uno sforzo per ripensare il percorso del ‘dopo’, quello che dovrebbe accompagnare chi arriva in Italia verso l’integrazione reale, prima di tutto attraverso l’apprendimento della lingua. Lo dicono gli imprenditori: mancano professionalità, l’immigrazione può essere una grande risorsa, a patto che sia gestita”. Resta sullo sfondo, sulla soglia dell’autunno, il tema fiscale, in Veneto cavallo di battaglia delle destre. “Chiediamoci come contrastare l’evasione galoppante. Dovrebbe essere una priorità sia per il governo sia per l’opposizione”.

 

(4. continua)

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.