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Schlein boccia l'accordo sui migranti Ue-Tunisia: "Approccio sbagliato come con Libia e Turchia"

Gianluca De Rosa

La segretaria dice di non condividere "l'ennesimo tentativo di esternalizzare il controllo delle frontiere", sconfessando completamente la linea dell'ex ministro Minniti. Ma nel Pd gli amministratori locali chiedono concretezza. Giani: "Tutto ciò che può agevolare l’accoglienza e diminuire il flusso dell’immigrazione è positivo"

Dopo 48 ore Elly Schlein ha rotto il silenzio e messo nero su bianco la posizione del Pd sulla firma del memorandum d’intesa tra Ue e Tunisia, siglata a Cartagine dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il premier olandese Mark Rutte.  "Il memorandum tra Ue e Tunisia è l'ennesimo tentativo di esternalizzare il controllo delle frontiere senza tenere conto di rispetto della democrazia e diritti umani. Non condividiamo un approccio che, in un'ottica securitaria, si focalizza solo sull'aspetto di frenare i flussi", ha detto la segretaria del Pd ai cronisti a margine della riunione dei leader socialisti di questa mattina a Bruxelles. Poi ha aggiunto: “E' un approccio che abbiamo già visto in passato, con la Turchia e con la Libia, e non posso trovarmi d'accordo".

Sull’immigrazione si conferma dunque un totale cambio di posizione del partito, già avvenuto con il voto dei deputati dem nelle commissioni Difesa ed Esteri della Camera – sia lo scorso anno che pochi mesi fa – contro il rifinanziamento alla guardia costiera libica. Ma per cogliere la giravolta nella sua totalità serve leggere poche righe dell’intervista a Libero con cui due giorni fa l’ex ministro dell’Interno dem Marco Minniti, che tra il 2016 e il 2018 al Viminale affrontò l’emergenza immigrazione con piglio pragmatico e realista, portando gli sbarchi che tra il 2014 e il 2017 erano stati tra i 180 e i 120 mila l’anno ai 23 mila del 2019, ha commentato la notizia della firma del memorandum. “E’ un grande passo verso la stabilizzazione della Tunisia, che fa da apripista per la stabilizzazione dell’Africa che è il fronte secondario della guerra asimmetrica con l’Ucraina. Poi bisognerà pensare alla Libia, all’Egitto. Ovviamente per la Ue i diritti umani non saranno ignorati. Non dimentichiamoci il significato simbolico per una democrazia nata, e unica conservata, dopo le primavere arabe”.  E d’altronde per l’ex ministro dem è proprio ai vecchi accordi con Turchia e Libia - che resero i flussi di immigrati sostenibili per l’Italia e per la Ue - che Meloni dovrebbe ispirarsi: “Deve avere il ruolo della Merkel per spezzare lo stallo africano e stabilizzare i territori”, ha detto l’ex ministro in riferimento al finanziamento europeo da 3 miliardi che sancì l’accordo con la Turchia di Erdogan per l’accoglienza dei migranti siriani. 

D'altra parte, anche alcuni amministratori dem, consapevoli della pressione crescente sul circuito di accoglienza italiano, in un momento di forte pressione sull’Italia – con gli sbarchi che nel 2023 sono già oltre 75 mila, per oltre la metà dalla Tunisia, più che raddoppiato rispetto all’anno scorso – hanno accolto l’accordo con soddisfazione. “Tutto ciò che può agevolare l’accoglienza e diminuire il flusso dell’immigrazione è positivo”, ha detto ad esempio il governatore Pd della Toscana Eugenio Giani. Mentre il sindaco di Prato Matteo Biffoni ha spiegato al Foglio: “Il sistema è saturo. Da anni si sente invece parlare solo di sbarchi: ma dove le mettiamo queste persone? E in che modo dovranno impiegarsi in un’attività lavorativa o di studio?”. Biffoni chiede più risorse per l’accoglienza, senz’altro importanti per trasformare un “sistema emergenziale” in un “sistema strutturale”, ma indirettamente spiega anche l’importanza di regolare i flussi affinché questa sostenibilità possa esserci concretamente. 


Dalla nuova segreteria soluzioni concrete non se ne avanzano. La linea è che il vecchio approccio va archiviato, come conferma al Foglio il responsabile immigrazione della segreteria Pd, il consigliere regionale della Lombardia Pierfrancesco Majorino: “Abbiamo già commesso errori in passato, pur mossi dalle migliori intenzioni, ai tempi di Marco Minniti”. In attesa di decidere qual è il nuovo approccio e cosa rispondere a chi sul territorio fronteggia i problemi concreti. 

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