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le dichiarazioni

“Avanti con la riforma. La politica smetta di inchinarsi alle critiche della magistratura”, dice Nordio

Redazione

Il ministro della Giustizia indica la rotta da seguire per uscire dal caos sul tema della Giustizia. La politica ascolti il dissenso ma agisca in autonomia, dice in un'intervista a Libero

In attesa di una presa di posizione della presidente del Consiglio, impegnata all’estero per il vertice Nato di Vilnius, è il ministro della Giustizia ad affrontare i guai interni del governo in un’intervista rilasciata al quotidiano Libero. Il Guardasigilli cerca parzialmente di stemperare le tensioni venutesi a creare con l’associazione nazionale magistrati in seguito alla nota “ufficiosa” di Palazzo Chigi in cui la magistratura veniva accusata di svolgere un ruolo attivo di opposizione.

“Mi rifiuto di pensare a dei magistrati che vogliono interferire nell’azione governativa attraverso azioni giudiziarie”, dichiara Nordio, per poi affermare tuttavia che il vero problema nel rapporto politica-magistratura è dato, a suo parere, dalla perdita di autonomia decisionale della prima dinanzi alle critiche della seconda: “La colpa è della politica che ha rinunciato al suo ruolo preminente e che si è chinata davanti alle critiche della magistratura”, spiega. 

 

Il ministro, affrontando i vari temi della riforma della Giustizia presentata dal governo, fa qualche cenno anche ai casi giudiziari che stanno creando scompiglio nella maggioranza. Sul caso Del Mastro ci tiene a precisare di essere da tempi non sospetti un forte critico della norma sull’imputazione coatta, avendola giudicata come incongrua per ragioni tecniche già nel suo primo libro sulla giustizia. Altro argomento presente nella riforma della Giustizia è quello relativo agli avvisi di garanzia, materia di attualità vista la vicenda Santanché. “C’è una parte che riguarda l’informazione di garanzia ed essenzialmente la sua segretezza […] sarà cambiata la struttura del registro degli indagati e dell’informazione di garanzia”, afferma il ministro.

 

Allargando poi lo sguardo e spiegando la visione complessiva dell’esecutivo, Nordio dichiara che l’obiettivo del governo è quello di “attuare integralmente quella che era la volontà del professor Vassalli e realizzarla completamente, ovvero fare un codice di stampo accusatorio anglosassone”.

 

Altri due argomenti di discussione in ambito di riforma giudiziaria sono l’abolizione dell’abuso di ufficio e la separazione delle carriere. Sul primo tema Nordio replica ad alcune critiche: “Tra le tante inesattezze che ho ascoltato in questi giorni ci sarebbe quella di una contrarietà dell’Europa. Io già venti giorni fa in Lussemburgo e l’altro giorno a Tokyo ho incontrato personalmente il commissario per la Giustizia in Europa Didier Reynders che si è dichiarato perfettamente soddisfatto delle spiegazioni che ho fornito io e non vi è ragione di dubitare che l’Europa abbia qualcosa da dire”. Aggiunge inoltre che l’argomento è sostanzialmente condiviso trasversalmente dagli amministratori locali di qualsiasi area politica, tutti d’accordo sul fatto che l’unico modo per risolvere i problemi provocati dalla norma sia quello di abolirla per intero. Sulla separazione delle carriere, per il momento il ministro svia la discussione, ricordando come l’attuale proposta in discussione in Parlamento sia stata presentata da un partito di opposizione e che una norma simile richiederebbe una riforma costituzionale, ricordando tuttavia che “questo è però nel programma di governo”


In conclusione Nordio, commentando la situazione all’interno del governo dopo il caos generato dai vari casi giudiziari di esponenti dell’esecutivo, si dichiara ottimista sostenendo che il caso La Russa (ultimo in ordine cronologico dopo Santanché e Del Mastro) non indebolirà la maggioranza, perché “le vicende delle singole persone sono purtroppo vicende della vita che devono essere commentate nei luoghi opportuni ma che non possono e non devono avere conseguenze politiche“.