(foto Ansa)

La parabola

Pippo Civati, da leader di Podemos italiano alla direzione di un locale

Gabriele De Campis

L’ex parlamentare del Pd, già candidato alla segreteria, ha aperto con il rapper Willy Peyote il locale Capodoglio a Torino. Innovatore della sinistra degli anni 2000, nominò Elly Schlein in direzione nazionale. Ora fa l’editore e il titolare di pub

“Buongiorno. Mi dispiace ma non faccio politica e non concedo interviste da anni. Più o meno dall’ultima volta che mi ha cercato”. Allora rispose che era “con Bersani” e avrebbe richiamato. Pippo Civati, “gemello diverso” di Elly Schlein, già parlamentare e candidato alla segreteria Pd, nonché fondatore della versione italiana di Podemos, ha inaugurato da pochi giorni la sua nuova attività a Torino. Nulla di politico e perciò dribbla (per ora) ogni riflessione sui massimi sistemi. Ha aperto con il rapper Willy Peyote un locale trendy, Capodoglio ai Murazzi, in uno spazio dove prima c’era l’apprezzato club Alcatraz. Nella nuova iniziativa imprenditoriale il cantautore rap si occuperà del cartellone musicale, Civati - oggi editore di “People” - di organizzare rassegne più orientate alla cultura.

 

Eletto nel consiglio regionale della Lombardia nel 2005 con l’Ulivo, era considerato l’enfant prodige della sinistra. Aveva scritto anche il saggio con Mattia Carzaniga “L’amore ai tempi di Facebook”, con intro chic di Walter Veltroni. Colse, prima di tanti leader dem che postulavano ancora come un totem l’efficacia intangibile del volantinaggio, la forza delle nuove piazze digitali. Era troppo in anticipo. La parabola di Civati è spesso quella di chi si trova al posto giusto ma nel momento sbagliato. Criticò Renzi nel momento in cui il leader toscano era al massimo dei consensi, e fondando Possibile  tentò la spallata da sinistra al Nazareno, e trovò al suo fianco Elly, che alcune ricostruzioni indicano come nominato nella direzione nazionale dem “in quota Civati” (in realtà era sostenuta anche dall’ex premier Prodi).

 

La politica di Lugano poi fu eletta a Bruxelles, Civati dopo l’esperienza parlamentare conclusa nel 2018, non è stato più confermato (pur candidato alle politiche 2018 con Liberi e uguali, nel 2022 con Alleanza Verdi Sinistra). Ora la Schlein è alla guida del Pd con una piattaforma moderna che risente (anche) delle antiche suggestioni civatiane. Soprannominato ai tempi il “Kennedy della Brianza” bazzicherà qualche sera il suo “Capidoglio” nella capitale sabauda, e da esperto di comunicazione ed editore - dopo aver spillato una birra - chi può escludere un revival con Elly, davanti a un libretto rosso intitolato “Che fare?”…

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