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il commento

Perché il Molise è una débâcle per Conte e Schlein (e perché rafforza il governo)

Sergio Soave

Stando al voto di cinque anni fa (e delle Politiche), la regione era assolutamente contendibile. Ma la scelta di un candidato grillino ha escluso la possibilità di costruire un "campo largo" di centrosinistra. Ora però la maggioranza non dovrà fingere che tra FdI, Lega e FI vada tutto bene

Il Molise è la regione a statuto ordinario meno popolosa, ma, siccome si trova a votare in una data diversa da quella delle altre regioni, ha assunto un certo rilievo nella verifica degli equilibri elettorali. Il successo del centrodestra è stato netto, il che conferma la maggioranza uscente rafforzandola numericamante, mentre il tentativo di Pd e 5 stelle, qui alleati per la prima volta in una consultazione regionale, di ribaltare la situazione non è riuscito.

Il confronto con le elezioni regionali precedenti è impietoso: il centrodestra aveva vinto col 43,8 per cento, ma la somma tra  5 stelle e lista di sinistra, allora presentatisi in concorrenza tra loro aveva raggiunto addirittura il 55,6. Ora il rapporto si è invertito, il centrodestra ha ottenuto il 62,4, l’alleanza Pd, 5 stelle e Sinistra italiana si è fermata al 36,3. Elly Schlein ha commentato il voto affermando che la sfida era “difficile e il centrodestra, stando ai dati delle Politiche era in vantaggio". Non è proprio così: alle Politiche il centrodestra aveva raccolto il 42,9 per cento, mentre la somma tra la lista del Pd e quella dei 5 stelle aveva raggiunto il 47,7 cui bisognerebbe aggiungere l’apporto modesto di Sinistra italiana.

Stando ai dati precedenti il Molise era assolutamente contendibile, il che significa che non era azzardato il tentativo, solo che è stato sconfitto. L’onda di destra non è effimera, il che dovrebbe convincere Elly Schlein che la battaglia ha bisogno di uno spazio di tempo che non si misura in mesi. La scelta di un candidato grillino ha escluso la possibilità di costruire il “campo largo”, che sarebbe comunque minoritario. Anche il centrodestra, che tradizionalmente trova l’unità nelle elezioni locali anche quando i partiti che lo compongono hanno ruoli nazionali diversi, non dovrebbe illudersi che la conferma rafforzata della sua maggioranza in Molise possa far dimenticare le vistose e talora sguaiate differenziazioni che emergono nella cronaca politica quotidiana.

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