Foto Ansa

caos in commissione

Lotito manda sotto la maggioranza e avverte Meloni: "Questo è solo l'antipasto"

Valerio Valentini

L'assenza di Forza Italia dalla commissione Bilancio manda in tilt il centrodestra sul dl Lavoro al Senato. Il patron della Lazio rivendica la rappresaglia. Il nodo della legge contro la pirateria online

Altroché dissimulare. Lui la rivendica, la rappresaglia. "È questo è solo l'antipasto", dice Claudio Lotito. Lo dice entrando nell'aula della commissione Bilancio, al Senato, insieme al collega azzurro Dario Damiani. Il fattaccio si è appena consumato. La maggioranza è andata sotto. Dieci a dieci: il centrodestra non ha i numeri per far passare il pacchetto di emendamenti promossi da FdI, proprio per l'assenza della coppia di FI.

Il presidente di commissione, il meloniano Calandrini, ha fatto quel che ha potuto per prendere tempo. Qualcuno lo ha anche cercato, Lotito. Il cellulare ha squillato a vuoto. Al dunque, quindi, la conta. Maggioranza sotto. I senatori di FdI allibiti: "A questo decreto lavoriamo da un mese e mezzo, e ora rischiamo di mandare tutto al macero?". Ed ecco che, fuori tempo massimo, Lotito e Damiani si presentano. Inutile, ormai, il loro arrivo. "Nessun caso politico, avevamo solo chiesto un rinvio dei lavori per un impegno di partito", dice Damiani. Pare ci fosse da festeggiare il compleanno di un collega di FI. E però Lotito nasconde a stento il ghigno di chi la sa lunga. "Non è che l'antipasto", sussurra

La rappresaglia, se davvero la battuta di Lotito va intesa come pare si debba intenderla, riguarda in verità un altro provvedimento. Quello, cioè, sul contrasto alla pirateria, in discussione sempre a Palazzo Madama. Lotito avrebbe chiesto ai massimi vertici di FdI una ulteriore stretta per combattere la proliferazione di app e software abusivi per tutelare maggiormente il valore dei diritti televisivi. Ieri sera, non a caso, si è presentato in una saletta di Palazzo Madama, dove era in corso una riunione di maggioranza proprio su quel disegno di legge. C'erano i massimi responsabili di Lega e FI al Senato, c'erano Licia Ronzulli e Massimiliano Romeo, per il governo il ministro Ciriani e la sottosegretaria Borgonzoni. E lì Lotito non ha esitato a sbattere i pugni sul tavolo, e non è un'iperbole. Chiedeva una modifica che non gli è stata concessa. Modificare quel provvedimento complicherebbe i lavori del Senato, e imporrebbe un nuovo passaggio alla Camera, che quel ddl lo ha già licenziato a fine marzo. Di questo, del resto, un manipolo di senatori azzurri discuteva stamane, nei corridoi di Palazzo Madama, coi colleghi leghisti, che proponevano una mediazione: un semplice ordine del giorno, con l'impegno di varare la stretta ulteriore sulla pirateria online alla prima occasione utile. Lotito non ha gradito. E due ore dopo, ha servito "l'antipasto". Meloni avvisata.

Di più su questi argomenti:
  • Valerio Valentini
  • Nato a L'Aquila, nel 1991. Cresciuto a Collemare, lassù sull'Appennino. Maturità classica, laurea in Lettere moderne all'Università di Trento. Al Foglio dal 2017. Ho scritto un libro, "Gli 80 di Camporammaglia", edito da Laterza, con cui ho vinto il premio Campiello Opera Prima nel 2018. Mi piacciono i bei libri e il bel cinema. E il ciclismo, tutto, anche quello brutto.