Il caso

Conte e Schlein, la dura vita degli alleati a temi alterni. Lotta a chi è più coerente

Simone Canettieri

La segreteria del Pd debutta in conferenza stampa, il capo del M5s va alla manifestazione contro il termovalorizzatore

Ore 16.30, fine dell’evento. La segretaria del Pd si alza e saluta i cronisti: “Ah, davvero? Erano così lunghe quelle di Draghi?”. La notizia dunque è che Elly Schlein non si è mai vista una conferenza stampa dell’ex premier. Perché davanti a chi le fa notare la similitudine cade dalle nuvole. L’appuntamento, finora sempre evitato, è appena terminato. Dei fiumi di parole della leader dem rimangono questi titoli. Schlein “è perplessa”  sull’impegno dell’Italia a raggiungere il 2 per cento del Pil per le spese militari, come previsto dai patti Nato ed è favorevole alla maternità surrogata “ma nel mio partito ci sono sensibilità diverse”. Sul Pnrr è pronta a sedersi al tavolo con Giorgia Meloni visto che il governo “fa scaricabarile”; le correnti (le chiama “innervature”) non sono il male assoluto; non sosterrà la terza candidatura di Vincenzo De Luca in Campania. Ovviamente l’elefante nella stanza è il termovalorizzatore di Roma, la domanda più gettonata. La linea è: la mia segreteria se l’è ritrovato, nelle altre città speriamo di farne a meno. Ore 18.30 Giuseppe Conte compare in via dei Fori imperiali. C’è la manifestazione dei sindaci dei Castelli romani, ambientalisti, M5s, Bonelli & Fratoianni contro il termovalorizzatore. In trecento hanno urlato per un bel po’ di tempo: “Assassini!!”. 


Il sit in doveva essere in piazza del Campidoglio, ma il sindaco Roberto Gualtieri ha negato l’autorizzazione perché in contemporanea nel Palazzo erano presenti gli ispettori di Expo 2030. Forse non sarebbe stato un biglietto da visita bellissimo. Tutti – si rivede anche Virginia Raggi, che qui ancora chiamano sindaco – aspettano Conte. Deve bombardare la segretaria del Pd sull’impianto, “grande incoerenza”. “Ma tanto lei si bombarda da sola”, dice Angela Salafia, ex deputata del M5S, nel codazzo che accompagna l’ex premier. E allora eccolo, è circondato da telecamere, ci sono anche qua e là sindaci dem della provincia romana con fascia tricolore al petto. Roma è di una bellezza abbacinante.

E’ difficile non distrarsi in questo spicchio di storia, caos, mendicanti, monumenti, cielo azzurro. Comunque Conte è venuto qui per dire che “il Pd deve chiarire”, che “Elly dovrebbe essere coerente e stare in piazza anche lei”, che il sindaco Gualtieri, ex ministro dell’ex premier, in campagna elettorale mica l’aveva detto che voleva costruire l’impianto. Insomma, il leader grillino si muove da federatore del campo largo, anche se i sondaggi non dicono così. Al Nazareno, dove all’ingresso campeggiano la bandiera della pace e quella ucraina, anche Schlein aveva lasciato intendere un ragionamento simile: siamo diversi dal M5s, altrimenti saremmo nello stesso partito, però io terrò tutti uniti, perfino quei litigiosi di Matteo Renzi e Carlo Calenda. L’opposizione unida jamás será vencida. “Se Elly la pensa come noi fa ancora in tempo a cambiare idea”. L’avvocato del popolo su questo tasto ha gioco facile, la sua alleata è avvolta dai vorrei ma non posso. E il discorso delle differenze si può allargare anche alla guerra in Ucraina, sulla quale ancora una volta la leader dem assicura massimo sostegno alla causa di Kyiv. I due non si sentono al telefono da un po’ di tempo. In compenso Conte ha recuperato Raggi (l’ultima volta insieme, un anno e mezzo fa ai tempi della campagna elettorale). Ultima notizia: il 25 Aprile Elly e Giuseppe saranno divisi: lei andrà a Milano, lui altrove. 

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.