Una manifestazione di FFF a Torino (Ansa)

L'Europa ci pensi

"Il nucleare? In certi casi può essere una soluzione." Parla il portavoce italiano di Fridays for Future

Marianna Rizzini

Marzio Chirico, uno dei rappresentanti del movimento: "Può servire in paesi come la Germania, dove ci sono centrali già in essere: sulla carta sarebbero una via verso la sostituzione di fonti fossili. È il caso di porsi il problema dell'energia atomica a livello europeo"

Si parla di transizione ecologica, sviluppo sostenibile, Pnrr e nucleare, ma che cosa ne pensano i ragazzi di Fridays for future? “Immaginate di avere una fonte di energia stabile, a emissioni trascurabili, che copre una grossa componente del vostro mix energetico e che richiede pochi fondi per essere mantenuta? Ci rinuncereste in piena crisi climatica ed energetica? La Germania sì”, scrivono su Twitter i ragazzi di FFF Italia, corredando il post di un lungo excursus sulla storia del nucleare tedesco, in cui si evidenzia come la fonte energetica nucleare, “a bassissime emissioni, paragonabili a solare ed eolico”, passata in Germania attraverso un periodo di contrazione dopo il disastro nucleare di Fukushima e la ripresa delle manifestazioni contro il nucleare (2011), ha visto una successiva fase di contrazione, fino ad arrivare al 2021, con una produzione scesa al 6 per cento dell’energia e al 12 per cento dell’elettricità.

 

“A causa della guerra e della riduzione degli approvvigionamenti di combustibili fossili dalla Russia, il governo presieduto da Scholz rinvia la fine del nucleare al 15 aprile 2023; allo spegnimento delle centrali nucleari, in parte compensato dall’aumento delle rinnovabili e della riduzione dei consumi, si è sommata inoltre la riduzione dei rifornimenti di gas russo...una tragica coincidenza che, grazie anche al lavoro delle lobby, ha portato a un rimbalzo del carbone, proprio quel carbone che dovremmo per primo abbandonare. E contro il quale l’ecologismo tedesco si è esposto con coraggio”. Non solo. I FFF italiani citano Greta Thunberg, quando dice che la transizione energetica è un processo delicato: “Penso sia una cattivissima idea”, ha detto Thunberg, “focalizzarsi sul carbone quando il nucleare è già in campo”. Il nucleare, dice Marzio Chirico, uno dei portavoce italiani del Fridays for future, “può essere una soluzione in paesi dove – si veda appunto il caso tedesco – ci sono centrali già in essere che sulla carta sarebbero una via verso la sostituzione di fonti fossili. Ecco perché diciamo che la chiusura anticipata delle centrali tedesche è stato un errore. Diverso è il discorso italiano. Ma, a livello di dibattito europeo, è il caso ora di porsi il problema”.

 

Già un anno fa, nel maggio del 2022, ricorda Chirico, i Fridays for future italiani aveva cercato di porre l’accento sulla questione in modo non ideologico. “È ovvio che la frase ‘questa certa tecnologia è la soluzione’ non ha senso”, scrivevano i FFF, sottolineando che “non esiste un’unica soluzione alla crisi climatica ed ecologica, cioè che possa da sola risolvere tutto quanto; tuttavia, a volte il dibattito tende ad appiattirsi proprio in quella direzione (soprattutto a livello di scontro politico e ideologico). Vogliamo dunque provare a lanciare una nuova ‘narrativa’ sul tema dell’energia e in particolare su quella derivante da fissione nucleare. Non ci interessa esporre una posizione aprioristica di tipo ‘Sì’ o ‘No’ che possa valere in ogni tempo e in ogni luogo, perché non sarebbe un approccio sensato. Piuttosto ci interessa proporre un ragionamento, evidenziando quelle che per noi sono le priorità, e andando quindi verso delle conclusioni valevoli in un determinato momento storico e in un determinato contesto territoriale. Siamo troppo spesso abituati a semplificazioni veloci e spiegazioni facili, un po’ per qualsiasi argomento, tuttavia il tema energetico non può essere trattato semplificando, ma pazientando, capendo, discutendo. Chissà che l’approccio semplificativo non sia un sintomo del nostro macrosistema economico-culturale che vuole ‘tutto e subito’, proprio quello che vogliamo provare a cambiare”. La complessità della questione energetica, questo era il punto, messo a fuoco dai FFF anche durante gli incontri con il Comitato Nucleare e Ragione, veniva messa in primo piano proprio per evitare, dicono anche oggi i ragazzi che scendono in piazza per l’emergenza climatica, “di dibattere aggressivamente” un tema che avrebbe bisogno, per essere sviscerato, “di un dibattito meno polarizzato e violento”. Ci si riuscirà?

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.