Ansa

Estremismi pericolosi

Il programma ambientale di Schlein è contro l'interesse nazionale

Alberto Clò

Con il nuovo segretario la posizione del Pd potrà forse attrarre consensi, ma rischia di ignorare le industrie e i lavoratori. L'intransigenza in materia di energia non fa ben sperare

Come evolverà la politica del Pd in tema di energia e ambiente dopo l'elezione a segretario di Elly Schlein? Anche se le sue dichiarazioni in materia sono state limitate alcune conclusioni possono trarsi. Tutte improntate a un’assoluta preferenza per il mondo delle rinnovabili e a uno scontato no a ogni ipotesi di rientro del nostro paese nel nucleare. Nulla riguardo l’obiettivo dirimente di azzerare le forniture di gas russo, che pone l’interrogativo di come supportare l’Ucraina che ne subirebbe un immediato danno economico. Su come sganciarsi da Vladimir Putin, al di là del ricorso ad altri paesi fornitori, è nettamente ostile allo sfruttamento delle nostre risorse di idrocarburi, all’opposto di quel che fece uno dei suoi più stretti collaboratori – pur previsto entrare nella sua segreteria – in occasione del referendum No-Triv del 2016.

 

Il programma elaborato dalla Schlein assegna al tema della “conversione ecologica” una particolare importanza che richiede niente meno di “modificare profondamente il modello di sviluppo’” e un nuovo “multilateralismo della sostenibilità’” puntando più modestamente sull’aumento degli investimenti nelle rinnovabili, sull’efficienza energetica, sulle comunità energetiche (“almeno una in ogni comune d’Italia”). Nonostante questa “conversione” rappresenti un’assoluta priorità, l’impressione è che abbia sostanzialmente eluso nel concreto le sue principali criticità. Come, ad esempio, sostenere gli investimenti nelle rinnovabili, con nuovi incentivi o cos’altro? Che fare del rigassificatore da installarsi a Ravenna, fermamente voluto dal suo antagonista Stefano Bonaccini, governatore della regione Emilia Romagna, ma altrettanto fermamente osteggiato dal mondo ambientalista? Dove e da chi attingere le immani risorse che dovrebbero essere impiegate?

 

Nel programma Pd si legge poi dell’impegno su “una legge sulla decarbonizzazione che aiuti chi resta indietro”. Cosa significhi è concetto oscuro essendo il superamento delle fossili obiettivo che riguarda l’intera comunità e non qualcuno a vantaggio o svantaggio di altri. Niente per altro è stato detto o scritto riguardo altri temi come il sostegno alle famiglie per il caro energia, l’abbattimento dello sconto sulle accise sui carburanti deciso dal governo Meloni contro la ferma opposizione del Pd, la messa al bando delle auto termiche entro il 2035 passato al Parlamento europeo grazie al determinante sostegno di Alleanza Progressista e Democratici (154 parlamentari). Scellerata decisione che si abbatterà come un maglio su uno degli assi portanti della nostra industria e sull’intero mondo del lavoro. E presumibile che in futuro quei parlamentari sosterranno in modo ancor più forte le posizioni massimaliste della Commissione e del Parlamento. Che dire in conclusione? Che col nuovo segretario la posizione del Pd potrà forse attrarre nuovi consensi, anche se non nell’interesse del paese, delle sue industrie, dei suoi lavoratori. Dovrà temere allora del loro giudizio più che la Meloni del suo arrivo.