il piano di meloni

Il governo prepara il decreto flussi sui migranti: "Via al censimento dei fabbisogni sul lavoro"

Almeno 100 mila immigrati regolari all'anno per tre anni: dopo il decreto di Cutro, il ministro Urso fa il punto con le imprese per individuare numeri e qualifiche. Il confronto nella maggioranza prosegue, ma secondo il capogruppo di FdI Malan "si arriverà a un accordo" 

Il governo sta preparando un decreto flussi triennale (2023-2025) e si parla di fare arrivare in Italia almeno 100 mila immigrati regolari all'anno, per venire incontro alle richieste dei settori produttivi. Il decreto legge sull'immigrazione approvato il 9 marzo dal Consiglio dei ministri riunito a Cutro, in Calabria, dopo il naufragio in cui hanno perso la vita 73 persone, parte proprio con le norme sull'ingresso legale dei lavoratori stranieri. Le quote saranno definite con dei Dpcm, anche in base all'"analisi del fabbisogno del mercato del lavoro effettuata dal ministero del Lavoro e delle politiche sociali previo confronto con le organizzazioni dei lavoratori e dei datori di lavoro maggiormente rappresentative sul piano nazionale". Gli imprenditori – in occasione del decreto flussi del 2021, quello da 69.700 ingressi – avevano già chiesto 205 mila lavoratori stranieri. Secondo la Coldiretti, solo per i lavori stagionali in agricoltura servono almeno 100 mila addetti.

 

Oggi Adolfo Urso, sentito dal Messaggero, spiega che il ministero delle Imprese e del Made in Italy sta "procedendo a un censimento dei fabbisogni e delle competenze che interessano il nostro sistema d’impresa, in modo da avere una visione aggiornata su quali tipologie di lavoro c’è maggior bisogno nel nostro paese anche al fine di realizzare la formazione direttamente nei paesi d’origine. A breve avremo un quadro chiaro della situazione, anche dal punto di vista numerico". L’obiettivo del governo, dice Urso, è proprio arrivare a un andamento di flussi regolari in corrispondenza con le esigenze delle imprese, programmando gli arrivi con i paesi di origine e "introducendo anche un sistema di premialità per chi maggiormente rispetta le regole". Insomma, la soluzione al traffico di esseri umani, secondo Urso, sarebbe uno strumento del 1998 che ha già dimostrato scarsa efficacia. Non si parla invece di superare la legge “Bossi-Fini”, come indicato invece dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano pochi giorni fa in un'intervista.

     

Nella maggioranza, intanto, continua il confronto sul tema. Lo conferma anche il capogruppo al Senato di Fratelli d’Italia, Lucio Malan, che esclude divisioni e contrasti ma aggiunge: "Su questioni complesse come queste, c’è sempre una discussione comune, si fanno proposte, si valutano pro e contro. È sempre avvenuto e avverrà anche stavolta, quando il decreto arriverà in Aula per la conversione". Al Corriere dice che il governo arriverà "a un accordo, come sempre". L'obiettivo dell'esecutivo è duplice, sostiene Malan: "Contrastare i trafficanti", da una parte, e "poter regolare per legge gli arrivi", dall'altra. "È fisiologico che un numero di immigrati arrivi nel nostro paese, ma dovrà essere tale – dice – da permettere di accoglierli dignitosamente, di inserirli. E se si ferma il traffico clandestino, sarà più facile che chi ha i requisiti per entrare — e solo chi li ha — arrivi e venga accolto come si deve. Rispettando la legge".

   

Ma come si possono organizzare i flussi e chi potrà entrare? "Ci stiamo lavorando", risponde Malan. "Certo preoccupa che Elly Schlein firmi la proposta di Magi che praticamente ripropone ricette fallite come gli sponsor, o permessi per cercare lavoro: la soluzione non può essere che chiunque voglia possa arrivare qui. In nessun paese funziona così". E poi, conclude, occorre puntare a creare ricchezza e sviluppo in Africa, "dove l’Europa e gli Usa sono stati clamorosamente assenti, lasciando campo libero alla Cina, alla Russia".

Di più su questi argomenti: