Foto di Fabio Frustaci, via Ansa 

divisioni interne

Le nuove tensioni tra FdI e Lega sulla "protezione speciale"

Redazione

Nella maggioranza si prepara un nuovo terreno di scontro sul tema immigrazione: martedì il provvedimento di Cutro inizia il suo iter in Senato. Il Colle fa pressing su Palazzo Chigi per modificarlo. Ma i leghisti insistono per una linea più restrittiva

È la protezione speciale il nuovo terreno di scontro nella maggioranza. Due parole, un concetto, su cui si misura la distanza tra la linea della Lega, volta a restringere sempre di più le maglie della legge in chiave antimigratoria, e gli intenti del governo Meloni, che dopo la strage di Cutro vuole far passare il messaggio che le nuove norme punitive siano dirette solo agli scafisti, nel tentativo di evitare l'accusa di voler colpevolizzare i morti in mare.

Ma le parole di stamattina alla Stampa del sottosegretario leghista all'Interno, Nicola Molteni, non lasciano dubbi sulla visione del Carroccio: "Credo che tutti siamo consapevoli della necessità di intervenire e fermare quella che ormai è diventata una forma di sanatoria illegale", ha detto riferendosi alla protezione speciale. "Dobbiamo garantire lo status di rifugiato e la protezione sussidiaria, cioè accogliere chi scappa da guerre e persecuzioni. Il resto è un di più e può essere cancellato". La direzione della Lega espressa nel provvedimento di Cutro è eliminare le modifiche del Conte II - attuate dall'allora ministra dell'Interno Luciana Lamorgese - che ampliavano le maglie di possibilità per ottenere la protezione speciale. Essa permette ai richiedenti asilo, privi delle caratteristiche necessarie per lo status di rifugiato o la protezione sussidiaria, di accedere a un permesso di soggiorno per coloro che rischiavano persecuzioni nel paese di provenienza. 

Nel Cdm del 9 marzo anche la premier Giorgia Meloni ha condiviso la linea leghista: "La protezione speciale è una fattispecie che si è allargata a dismisura e l'intento del governo è abolirla", aveva dichiarato. Ma ora, a seguito delle perplessità espresse dal Colle, sembra che Fratelli d'Italia voglia seguire la direzione espressa dal sottosegretario vicinissimo a Meloni, Alfredo Mantovano, che ha come obiettivo quello di riformulare il decreto in una versione più "umanitaria".

Anche se, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani (FdI), parlando al Corriere della Sera, ha sottolineato come "la protezione speciale non possa diventare un grimaldello. Occorre - ha aggiunto - trovare il discrimine tra il proteggere davvero chi rischia la vita e un ombrello che consenta a chiunque di entrare in Italia e restarci".  

Ma le perplessità sulle modifiche a Lamorgese persistono. Tanto che una delle opzioni di modifica da parte delle forze di maggioranza è anche su quel tratto di legge che non permette a ora di espellere una persona qualora "comporti una violazione del diritto al rispetto della sua vita privata e familiare" (escluso per motivi di sicurezza nazionale). In più il presidente della Repubblica ha già fatto presente la sua volontà che siano ripristinate le regole precedenti.  

Molteni però è categorico: "Come Lega presenteremo i nostri emendamenti per cancellare la protezione speciale e tornare alla configurazione impostata nel 2018 con Salvini al Viminale. O almeno per restringere di più questa fattispecie". Il sottosegretario puntalizza: "In Parlamento ognuno farà le sue valutazioni", e insiste "Noi abbiamo la proposta di legge firmata da Igor Iezzi, incardinata in Commissione alla Camera che racchiude la nostra visione di questa materia". Molteni si riferisce al nuovo decreto Sicurezza, quello contro il quale le opposizioni si stanno compattando, contro cui FdI ha già fatto muro, e che per la maggioranza potrebbe costituire un altro nodo complicato da sciogliere.