Foto di Fabio Frustaci, via Ansa 

una figura che emerge

Alfredo Mantovano sta prendendo sempre più spazio. E a Salvini dà fastidio

Redazione

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio è ascoltato e stimato da Meloni. Dalla gestione del naufragio di Cutro alla sostituzione di Baldoni alla guida dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale, ecco il suo contributo al lavoro di governo. Pesano anche i buoni rapporti con Quirinale e Vaticano

"È troppo condizionato dalla Chiesa", ha detto il vicepremier Matteo Salvini a proposito di Alfredo Mantovano. E questo può essere un problema per le dinamiche interne al governo. Mantovano, sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, sta prendendo sempre più spazio nella rete decisionale del governo, soprattutto perché la presidente del Consiglio Giorgia Meloni di lui si fida, lo ascolta, lo ha esternato parlando della strage di Cutro: "Penso quello che ha detto Mantovano". Il sottosegretario parla poco, ma lo ha fatto in relazione al naufragio e, soprattutto, ha avuto il via libera da Palazzo Chigi per gestire la situazione che stava sfuggendo di mano al ministro dell'Interno Matteo Piantedosi.

 

Non è l'unico caso nel quale Mantovano si è attivato. È accaduto anche con la sostituzione di Roberto Baldoni, allontanato dalla guida dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale, senza troppi consulti con gli altri ministri. E quello di Baldoni è un ruolo di primo piano in un momento storico come questo, soprattutto se si tiene conto della rilevanza che l'ambito della cybersicurezza sta assumendo con la guerra in Ucraina e gli ultimi attacchi informatici. Al suo posto è arrivato Bruno Frattasi, scelto senza la condivisione di una parte della maggioranza.

 

Giorgia Meloni sta lasciando campo a Mantovano, forte di ottime relazione che il sottosegretario ha con Quirinale - il magistrato è antico amico del presidente della Repubblica - e Vaticano. E quest'ultima connessione con la Chiesa e l'ascolto che ha Mantovano da oltre Tevere è ciò che dà non poco fastidio a Salvini che più e più volte ha cercato di avere ascolto e supporto dal Vaticano.

 

La giornata di oggi sarà importante per capire la linea che Meloni vorrà dare all'esecutivo. Vede infatti coincidere due eventi politici connessi e per certi versi contrapposti sul tema migratorio: il Cdm di Cutro, che vuole dare un segnale di vicinanza dopo il naufragio, e la discussione in Commissione Affari costituzionali della Camera sulle modifiche al testo sull'immigrazione. Modifiche che spingono in senso restrittivo e securitario, di fatto cercando di reintrodurre i decreti Sicurezza (che però dovrebbero sbattere contro il muro di Fratelli d'Italia a riguardo). La linea meloniana del decreto che verrà portato oggi in Consiglio dei ministri - la bozza lo conferma - è concorde a quella della Cei e consiste nel dare pene più severe agli scafisti e aprire a un nuovo decreto flussi.